(Adnkronos) – Sarebbero almeno 35 le persone morte nell’attacco israeliano di ieri contro un campo per sfollati a Rafah. A dirlo sono il ministero della Sanità di Gaza e medici palestinesi. 40 i morti nel raid secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, che cita la Mezzaluna Rossa Palestinese. L’attacco è avvenuto dopo il lancio di una raffica di razzi di Hamas su Tel Aviv. Le autorità e i medici di Gaza affermano che l’attacco ha colpito un campo per sfollati che era stato indicato da Israele come “zona sicura”.
Razzi di Hamas su Tel Aviv
Le forze di difesa israeliane hanno affermato invece che il bombardamento ha colpito un compound militare nell’area, uccidendo due alti funzionari di Hamas. Come riporta la Cnn, i video condivisi sui social media mostrano un grande incendio sul posto, che comprendeva una grande struttura utilizzata come rifugio per decine di famiglie, circondata da centinaia di tende. Il ministero della Sanità di Gaza ha affermato che le persone uccise e ferite nell’attacco erano per lo più donne e bambini. Un video ottenuto dalla Cnn mostra strutture simili a tende in fiamme.
La presidenza dell’Autorità Palestinese ha quindi esortato la comunità internazionale a intervenire immediatamente. Hamas ha descritto l’attacco come un “massacro” e ha affermato di ritenere personalmente responsabili l’amministrazione americana e il presidente Joe Biden. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che molte delle persone all’interno delle tende sono state “bruciate vive” e aggiunto che gli ospedali della zona “non sono in grado di gestire il gran numero di vittime dovuto alla deliberata distruzione del sistema sanitario di Gaza da parte dell’occupazione israeliana”.
Israele attacca Rafah
Fonti locali hanno inoltre riferito all’agenzia Wafa che almeno otto missili hanno colpito la tendopoli, recentemente allestita vicino ad un magazzino dell’Unrwa L’esercito israeliano ha spiegato invece che due alti funzionari di Hamas sono stati uccisi nell’attacco a Rafah, che secondo loro era “basato su informazioni precise di intelligence”. In particolare, l’esercito israeliano ha detto di aver ucciso Yassin Rabia, comandante della leadership di Hamas in Giudea e Samaria, e Khaled Nagar, alto funzionario dell’ala di Hamas per le stesse regioni. L’Idf ha affermato inoltre che gli attacchi, compresi i danni ai civili, sono ora in fase di revisione.
I militari israeliani hanno spiegato che Rabia e Nagar avevano “pianificato attacchi terroristici di Hamas in tutta la Giudea e la Samaria” e hanno aggiunto che entrambi avevano “anche effettuato numerosi attacchi, in cui sono stati uccisi soldati israeliani”. L’attacco di Rafah è avvenuto dopo che le sirene hanno suonato domenica in tutta Tel Aviv e in altre parti del centro di Israele, con l’Idf che ha affermato che otto razzi sono stati lanciati dall’area di Rafah, entrando in Israele.
Decine di morti nel raid
È la prima volta che vengono lanciati razzi sulla città dalla fine di gennaio. Hamas ha rivendicato l’attacco e l’Idf ha affermato che “un certo numero di proiettili” sono stati intercettati. Ieri un attacco aereo israeliano nella città di Jabalia, nel nord di Gaza, ha ucciso almeno quattro persone, secondo i medici presenti sul posto. Altri quattro sono rimasti feriti e molti sono ancora dispersi dopo che il raid ha colpito un edificio residenziale nel quartiere di Al-Nazla. Un giornalista ha detto che Jabalia è stato testimone di un’intensa notte di attacchi aerei e bombardamenti e che durante il giorno molti incendi divampavano in tutta l’area.
Funzionari militari israeliani hanno intanto detto che 360 camion di aiuti umanitari sono entrati a Gaza domenica dopo i controlli di sicurezza. 126 i camion provenienti dall’Egitto che sono entrati nella Striscia attraverso il valico di Kerem Shalom. Gli operatori umanitari e i funzionari delle Nazioni Unite hanno ripetutamente avvertito che la terribile crisi umanitaria in corso a Gaza è dovuta in gran parte alla rigida restrizione israeliana delle consegne via terra nell’enclave.
I negoziati tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco e un accordo per lo scambio di ostaggi riprenderanno intanto martedì al Cairo, secondo un funzionario egiziano. I colloqui sono in fase di stallo da mesi, con entrambe le parti che non riescono a raggiungere un accordo viste le divergenze sulle richieste chiave. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso una forte opposizione alle richieste avanzate dal leader di Hamas Yahya Sinwar.
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