Parliamo spesso di cambiamento climatico e dei suoi effetti sull’uomo ma quali conseguenze avrà sugli animali? L’interrogativo ha spinto alcuni studiosi a disegnare un quadro possibile di quelle che saranno le specie del futuro. Tra specie animali che riusciranno a sopravvivere e altre che si evolveranno spuntano due animali nuovi: il ratto balena e il piccione predatore.
Quali animali resisteranno ai cambiamenti climatici
Per capire quali specie animali sopravvivranno in futuro ci viene in aiuto il buon vecchio Darwin, padre delle teorie evoluzionistiche. Il biologo inglese individuò nella capacità degli esseri viventi di adattarsi ai cambiamenti la chiave della loro sopravvivenza. L’adattamento biologico può realizzarsi in due modi: sopportando i cambiamenti dell’ambiente in cui si vive e apportando al proprio corpo quelle variazioni utili per rispondere alle nuove sollecitazioni. Un esempio del primo caso è fornito dal pesce panarello, studiato dai ricercatori della McGill University in Canada. Il panarello, infatti, è in grado di vivere in acqua salata e in acqua dolce e a temperature diversissime tra loro. Altre specie che non hanno nel loro patrimonio genetico questa flessibilità, per sopravvivere ai cambiamenti ambientali, sono costrette, come dicevamo, a evolversi biologicamente.
Gli animali del futuro
Quali percorsi evolutivi seguiranno le specie animali del terzo millennio? Quale situazione vivranno le specie animali del futuro? Il sito Vox ha posto il quesito a un gruppo di scienziati che, come risposta, hanno delineato uno scenario ben preciso. Il destino delle specie animali è strettamente legato a quello delle piante che costituiscono parte della loro nutrizione. In secondo luogo, con la scomparsa dell’uomo potrebbero ricomparire esemplari di animali che si erano estinti con il suo avvento. Il quadro faunistico, dunque, potrebbe presentare dei vuoti nella catena alimentare e la nascita di specie più resistenti tra i roditori, alcuni volatili e gli insetti.
Il ratto balena e il piccione predatore
Ecco quindi stagliarsi all’orizzonte il ratto balena e il piccione predatore. I ratti sono noti per la loro adattabilità ad ambienti inquinati, motivo per il quale riescono a vivere nei contesti cittadini. Riescono a nutrirsi di rifiuti anche tossici. La loro adattabilità all’acqua potrebbe portarli a inserirsi anche in questo ambiente. In questo caso perderebbero la pelliccia, svilupperebbero dei corpi più aerodinamici con tanto di pinne. Un po’ come accaduto per le specie che hanno preceduto i moderni cetacei, si assisterebbe alla nascita di topi simili a balene. I piccioni, a loro volta, potrebbero trasformarsi in predatori. La loro trasformazione, con ogni probabilità, riguarderà il becco, che diventerà ricurvo e acuminato, e le ali che forse scompariranno. E’ plausibile, infatti, pensare che le sue dimensioni aumenteranno al pari di quelle di uno struzzo e che le zampe si irrobustiranno. Somiglieranno, in pratica, agli antichi “uccelli del terrore” della preistoria. Come si evolveranno gli insetti? Il loro futuro sarà scritto dalle aumentate concentrazioni di emissioni di CO2 che a loro volta porteranno a un aumento incontrollato della vegetazione. Di aumento in aumento si arriverà alle dimensioni degli insetti. Dimentichiamo esserini minuscoli come moscerini e zanzare e iniziamo a pensare a essi come ai nuovi uccelli.
In copertina foto di cocoparisienne da Pixabay