Nonostante i grandi passi avanti fatti per ridurre povertà e discriminazioni, sono ancora tante, nel mondo, le disuguaglianze fra le nuove generazioni. Fornire ai bambini le giuste opportunità nella vita crea un circolo virtuoso che avvantaggia non solo i minori ma anche le famiglie, le comunità e le economie. Lo rivelano i dati del rapporto Unicef Per ogni bambino la giusta opportunità.
«Trasformare il circolo vizioso in un circolo virtuoso ha benefici enormi. Se tutti i bambini imparassero a leggere, ad esempio, si stima che 171 milioni di persone in meno vivrebbero in condizioni di povertà. E se si prevenisse la malnutrizione nella prima infanzia, i guadagni orari potrebbero aumentare di almeno il 20 per cento e i costi salariali di almeno il 48 per cento», si spiega nel rapporto in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il volume analizza la relazione tra l’equità e i seguenti aspetti: la violenza, la povertà, la sopravvivenza infantile, l’adolescenza, i finanziamenti, le crisi umanitarie, l’istruzione, il genere e il cambiamento climatico. Vediamone alcuni.
Riguardo al rapporto tra equità e violenza, ad esempio, i dati rivelano che, secondo uno studio compiuto su 62 tra Paesi e regioni, quattro bambini su cinque di età compresa tra i 2 e i 14 anni sono soggetti, in casa, a qualche tipo di punizione violenta. La violenza ha anche implicazioni finanziarie: secondo una stima, le conseguenze della violenza fisica, psicologica e sessuale ai danni dei bambini possono avere, a livello globale, un impatto economico pari a 7.000 miliardi di dollari Usa.
Il paragrafo dedicato a equità e povertà mette in luce, fra l’altro, che i bambini nati nelle famiglie più povere hanno probabilità di morire prima del loro quinto compleanno quasi doppie rispetto a quelli delle famiglie più ricche.
Altri dati evidenziano che nel 2012 circa il 36 per cento dei bambini non scolarizzati proveniva da Paesi colpiti da conflitti. Nelle varie regioni, i bambini provenienti dalle famiglie più ricche hanno probabilità di gran lunga superiori di raggiungere standard minimi di apprendimento rispetto a quelli delle famiglie più povere.
Riguardo a equità e genere, dal rapporto emerge che «a livello globale, circa una giovane donna dai 20 ai 24 anni su quattro si è sposata prima dei 18 anni, e l’8 per cento di loro lo ha fatto prima dei 15 anni».
Altri dati sullo stesso tema rivelano che in due terzi dei Paesi in cui esiste una disparità di genere nell’istruzione secondaria inferiore sono le ragazze a rimetterci.