I numeri e le storie di corrotti, clan e inquinatori sono stati presentati oggi, nel corso di una conferenza stampa organizzata da Legambiente, che ha visto la partecipazione di Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana, Don Andrea Bigalli, Referente Regionale di Libera, Giuseppe Vadalà, Comandante Regionale Corpo Forestale dello Stato e Nunzio Cirino Groccia, Amministratore Nazionale di Legambiente.
Nella lotta all’ecomafia e agli ecoreati arrivano i primi segnali d’inversione di tendenza, dopo l’introduzione della legge sui delitti ambientali e un’azione repressiva più efficace.
Nel 2015, nonostante si registri un calo sul valore assoluto, la Toscana mantiene la posizione più alta in classifica tra le regioni del centro-nord e rimane stabile al 7° posto nella classifica nazionale, subito dopo quelle a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio e Sardegna. A parlare ancora una volta sono i numeri: 1.832 infrazioni accertate (corrispondenti al 6,7% sul totale dei reati accertati su scala nazionale).
In linea generale, quest’anno si registra un decremento nel settore del racket degli animali ed un lieve calo per i reati nel ciclo deirifiuti (da 365 a 293 infrazioni accertate), rimangono sostanzialmente invariati quelli legati al cemento (che collocano la Toscana al 6° posto, col 6,9% sul totale).
Come stabili restano i settori storicamente trainanti dell’eco/criminalità toscana, come quello delle archeomafie, che vede ormai da un lustro la nostra regione solidamente al 4° posto.
Sono questi i primi dati che emergono da Ecomafia 2016 di Legambiente, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, edito da Edizioni Ambiente, con il sostegno di Cobat grazie al capillare lavoro di monitoraggio e controllo svolto in tutta la regione dalle forze dell’ordine (in particolare da Corpo Forestale dello Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza).
Rispetto allo scorso anno scende il numero di denunce (da 1.726 a 1.586), di sequestri (da 397 a 289) e degli arresti (da 8 a 3). Legambiente ha raccolto ed elaborato i dati relativi all’applicazione della legge 68 dal 29 maggio 2015 al 31 gennaio 2016 da parte delle forze dell’ordine (Corpo Forestale dello Stato, Comando tutela ambiente dell’Arma dei Carabinieri e Guardia di finanza) e Capitanerie di Porto.
In questo arco di tempo, a fronte di 4.718 controlli effettuati, sono state contestate ben 947 violazioni (tra penali e amministrative), con 1.185 persone denunciate e il sequestro di 229 beni, per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro.
Sulla base dei dati disponibili, al terzo posto figura la Toscana (73 ecoreati accertati). Il maggior numero di sequestri è stato riscontrato in Puglia (28), seguita dalla Calabria (25) e, appunto, dalla Toscana (22).