(Adnkronos) – ”Quando stavo per aprire lo sportello ho sentito un colpo sul finestrino e c’era una persona, che poi ho riconosciuto come Raoul Bova, che prendeva a calci la mia auto. Gli ho detto ‘sono un avvocato, chiamo il 113’, e in quel momento mi ha strappato il telefono di mano e lo ha sbattuto contro il tettuccio”. Lo ha detto in aula l’automobilista nel corso del processo nato da una lite avvenuta in strada con l’attore durante una manovra per un parcheggio.
Secondo l’accusa, che vede Bova imputato per violenza privata, lesioni e minacce e l’automobilista, che nel procedimento è anche parte offesa insieme alla compagna dell’attore, Rocio Munoz Morales, per violenza privata, Bova avrebbe aggredito l’automobilista che ”dopo una manovra azzardata” avrebbe messo ”in pericolo l’incolumità fisica della donna”. E nel corso della lite, secondo quanto riportato nel capo di imputazione l’attore avrebbe minacciato l’automobilista dicendogli ‘ora ti porto dentro e ti sistemo”’.
L’automobilista, che è un avvocato, durante l’esame davanti al giudice monocratico di Roma, ha ricostruito quanto avvenuto il 27 aprile 2019. ”In mio soccorso è intervenuto un finanziere che gli ha detto di fermarsi perché stava commettendo un reato – ha spiegato l’uomo in aula – solo allora sono riuscito a chiamare le forze dell’ordine che sono subito intervenute. Quella stessa sera poi ho sentito dolore alla spalla e sono andato a farmi refertare al pronto soccorso dove ho avuto una prognosi di cinque giorni”. Una versione diversa però da quella fornita dalla compagna dell’attore. ”Il mio compagno ha sentito che urlavo ed è intervenuto ma non l’ha toccato” ha detto Munoz Morales. Al termine dell’udienza, il giudice monocratico ha invitato le parti a trovare un accordo e ha rinviato il processo al 16 aprile prossimo. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)