La notizia è ormai di dominio pubblico. Il Governo Renzi ha avanzato una proposta che potrebbe rivoluzionare la Rai, vendere Raiway, la società che gestisce le infrastrutture di trasmissione della tv pubblica e le torri per la trasmissione dei segnali televisivi. La notizia in realtà circola nell’aria da alcuni mesi, come il taglio di 150 milioni di euro previsto dal prossimo decreto Irpef. Questi due interventi potrebbero quindi colpire la stabilità economica della televisione pubblica, dando la possibilità alla concorrenza, Mediaset, di appropiarsi di una considerevole fetta di mercato che fino ad ora ha fatto la fortuna della Rai.
In tutti i paesi europei vale il principio di separazione della proprietà dei broadcaster dalla gestione degli impianti e la loro vendita nel caso italiano potrebbe, per la prima volta, spezzare questa dinamica. Ne bel paese al contrario della quasi totalità degli stati europei, a causa della storica legge Mammì le concessioni televisive sono state rilasciate sia per gli impianti che i per i programmi. Una direttiva comunitaria ha però distinto il titolo autorizzatorio, uno per l’impianto e l’altro per i programmi, ma in Italia tale direttiva non è stata applicata, è infatti rimasta la stessa sia per la Rai che per Mediaset. Di conseguenza se verrà decisa la vendita delle torri Rai dovrà essere approvata una norma che adegui anche l’Italia alla direttiva, e se ciò non verrà fatto la vendita di Rai Way risulterà essere il più grande regalo alla concorrenza che il servizio pubblico abbia mai fatto.
Da sempre la situazione che riguarda le frequenze televisive in Italia rappresenta un spinoso problema, e dal prossimo anno le principali emittenti, pubbliche e private, riceveranno un ulteriore regalo. Non verranno infatti più pagate le rendite provenienti dall’occupazione dell’etere pari all’1% del proprio fatturato lordo, ma come stabilito dall’Agcom verrà versato un corrispettivo collegato agli impianti che frutterà un risparmio di decine di milioni.
Ray Way gestisce la migliore rete italiana per tutto ciò che riguarda l’uso delle frequenze e perderla potrebbe essere la peggiore decisione da prendere, in funzione anche del possibile utilizzo futuro delle torri nella diffusione della banda larga.
Anche i dipendenti Rai sono scesi in campo contro questa scellerata e poco oculata decisione. Proprio oggi Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Snater e Ugl hanno organizzato uno manifestazione in piazza Mario Pagano a Potenza di fronte alla sede Rai lucana per sostenere lo sciopero nazionale indetto dalle scriventi perché contrari alla vendita di Rai Way. Rischiare di vendere una simile eccellenza potrebbe infatti, secondo i dipendenti scesi in piazza, minare le strategie e le future implicazioni dell’azienda.
Vendere quindi porterebbe soldi facili nelle prosciugate casse della televisione pubblica, ma sarebbe solo un paliativo, la Rai molto probabilmente si priverebbe della sua migliore eccellenza.
In tutti i paesi europei vale il principio di separazione della proprietà dei broadcaster dalla gestione degli impianti e la loro vendita nel caso italiano potrebbe, per la prima volta, spezzare questa dinamica. Ne bel paese al contrario della quasi totalità degli stati europei, a causa della storica legge Mammì le concessioni televisive sono state rilasciate sia per gli impianti che i per i programmi. Una direttiva comunitaria ha però distinto il titolo autorizzatorio, uno per l’impianto e l’altro per i programmi, ma in Italia tale direttiva non è stata applicata, è infatti rimasta la stessa sia per la Rai che per Mediaset. Di conseguenza se verrà decisa la vendita delle torri Rai dovrà essere approvata una norma che adegui anche l’Italia alla direttiva, e se ciò non verrà fatto la vendita di Rai Way risulterà essere il più grande regalo alla concorrenza che il servizio pubblico abbia mai fatto.
Da sempre la situazione che riguarda le frequenze televisive in Italia rappresenta un spinoso problema, e dal prossimo anno le principali emittenti, pubbliche e private, riceveranno un ulteriore regalo. Non verranno infatti più pagate le rendite provenienti dall’occupazione dell’etere pari all’1% del proprio fatturato lordo, ma come stabilito dall’Agcom verrà versato un corrispettivo collegato agli impianti che frutterà un risparmio di decine di milioni.
Ray Way gestisce la migliore rete italiana per tutto ciò che riguarda l’uso delle frequenze e perderla potrebbe essere la peggiore decisione da prendere, in funzione anche del possibile utilizzo futuro delle torri nella diffusione della banda larga.
Anche i dipendenti Rai sono scesi in campo contro questa scellerata e poco oculata decisione. Proprio oggi Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Snater e Ugl hanno organizzato uno manifestazione in piazza Mario Pagano a Potenza di fronte alla sede Rai lucana per sostenere lo sciopero nazionale indetto dalle scriventi perché contrari alla vendita di Rai Way. Rischiare di vendere una simile eccellenza potrebbe infatti, secondo i dipendenti scesi in piazza, minare le strategie e le future implicazioni dell’azienda.
Vendere quindi porterebbe soldi facili nelle prosciugate casse della televisione pubblica, ma sarebbe solo un paliativo, la Rai molto probabilmente si priverebbe della sua migliore eccellenza.