La televisione italiana ha tanti personaggi ed attori che ne hanno segnato la sua stessa evoluzione. Uno di questi è sicuramente Raimondo Vianello che già dalla sua biografia si può capire quanto sia stato di fondamentale importanza.
Raimondo Vianello, la biografia: sognare un’altra vita
Nasce a Roma il maggio del 1922 dall’unione dell’ammiraglio Guido Vianello e della Marchesa Virginia Accoretti. Dopo un’infanzia caratterizzata da continui spostamenti a causa del lavoro del padre, intraprende gli studi universitari e consegue la Laurea in Giurisprudenza, più per recare gioia ai suoi genitori che a se stesse. Proprio in questo momento arriva la svolta Raimondo Vianello, provare a “sfondare” nel mondo del cinema e della TV.
Gli inizi
approda al teatro in modo casuale nel 1945, quando viene scelto da Garinei e Giovannini per interpretare il ruolo di un ufficiale nella loro rivista satirica “Cantachiaro n. 2”. La sua attitudine è così evidente che ben presto si ritrova a recitare accanto a Carlo Dapporto, Macario, Gino Bramieri e Wanda Osiris, con cui interpreta nel 1950 “Domenica è sempre domenica”. Nel 1947 ottiene anche il suo primo piccolo ruolo al cinema in “I due orfanelli” di Mario Mattoli, accanto a Totò, che ritroverà l’anno successivo in “Fifa e arena” e nel 1951 in “Totò sceicco”, entrambi ancora di Mattoli. In quello stesso anno incontra Ugo Tognazzi con cui fa da subito “coppia fissa” in teatro, ma il vero successo arriva nel 1954, quando la televisione li chiama per il programma “Un, due, tre”. Il duo comico spopola grazie agli sketch provocatori e irriverenti, che però finiscono – nel 1959 – per far sospendere il programma.
Gli anni 60
Nel corso degli anni Sessanta partecipa, ancora al fianco di Tognazzi e Totò, a numerose commedie cinematografiche tra cui: “Caccia al marito”(1960) di Marino Girolami, “Le olimpiadi dei mariti”(1960) di Giorgio Bianchi, “Sua eccellenza si fermò a mangiare” e “Maciste contro Ercole nella Valle dei guai”, entrambi del 1961 e di Mattoli, “Veneri in collegio”(1965) ancora di Girolami e “Amore all’italiana”(1966) di Steno. Nel 1962 sposa Sandra Mondaini, conosciuta sei anni prima sul palcoscenico della rivista “Sayonara, Butterfly”. Il loro sodalizio, artistico e sentimentale, li porta a diventare negli anni la coppia televisiva più comica e longeva dell’emittente pubblica, dando vita a programmi come “Studio Uno”(1961), “Il tappabuchi”(1967), “Sai che ti dico”(1972), “Tante scuse”(1974), “Di nuovo tante scuse”(1975), “Noi…no”(1977), “Io e la Befana”(1978-79), fino a “Stasera niente di nuovo”(1981).
Anni 70 e 80
Nel 1972 Vianello viene operato per un tumore a un rene e, grazie a sua moglie, riesce a superare la malattia e a tornare presto al lavoro. Nel 1982 la coppia passa dalla RAI alle neonate Reti Fininvest per condurre programmi di grande successo come “Attenti a noi 2” e “Sandra e Raimondo Show”. Dal 1983 al 1986 Raimondo è il presentatore del gioco a premi di Canale 5 “Zig Zag” e dal 1988 al 1991 di “Il gioco dei nove”. A partire dal 1988 la coppia compare nella fortunata sit-com “Casa Vianello”, format ripreso negli anni con “Cascina Vianello” e “I misteri di Cascina Vianello”. Nello stesso anno torna in RAI per presentare il Festival di Sanremo, affiancato da due vallette d’eccezione: Eva Herzigova e Veronica Pivetti.
Anni 90 e 2000
Da sempre appassionato di calcio, nel 1991 viene chiamato a condurre il programma sportivo “Pressing,” in onda su Italia 1, in cui rimane per otto stagioni. Nel 2008 presenta al RomaFictionFest la sua ultima fatica, “Crociera Vianello”, dichiarando insieme alla moglie Sandra, il loro addio alle scene. Muore all’ospedale S. Raffaele di Milano, dove era ricoverato, poco prima di compiere 88 anni.