(Adnkronos) – Joe Biden ha dato il primo gennaio l’ordine di preparare i piani operativi per i raid condotti la notte scorsa contro gli obiettivi dei ribelli Houthi in risposta ai loro attacchi, 27 dallo scorso 19 novembre, contro navi commerciali sul Mar Rosso. Lo riferiscono fonti dell’amministrazione spiegando che “la mattina del giorno di Capodanno, a seguito dell’ennesimo attacco ad una nave commerciale, la danese Maersk Hangzhou, e il diretto intervento delle forze Usa per respingerlo, il presidente Usa ha riunito la sua squadra di sicurezza nazionale per discutere opzioni”.
Raid Usa contro Houthi
“Nell’incontro, Biden ha dato istruzioni di sviluppare ulteriormente le opzioni militari nel caso fossero necessarie”, sottolineando comunque di voler prima dare “un avviso finale”, cosa fatta con il joint statement con cui due giorni dopo, il 3 gennaio, gli Usa e altri 13 Paesi, tra i quali l’Italia, minacciavano conseguenze per gli Houthi se gli attacchi non si fossero fermati. Bisogna ricordare che proprio il primo gennaio il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, veniva ricoverato in terapia intensiva per le complicazioni di un intervento per un cancro alla prostata, senza dare comunicazioni ufficiali alla Casa Bianca e a Biden fino al 4 gennaio.
E la guida del Pentagono, in questo momento di pianificazione di un’operazione militare, passava per alcuni giorni alla vice Kathleen Hicks, che a sua volta era in vacanza a Puerto Rico. Con una chiara sfida all’ultimatum del 3 gennaio, martedì scorso arriva “il più ampio attacco degli Houthi sul Mar Rosso, con quasi 20 droni e tre missili abbattuti dalle forze navali Usa e Gb in un attacco diretto contro una nave commerciale americana”. A questo punto, spiegano le fonti dell’amministrazione, “il presidente ha convocato di nuovo il team di sicurezza nazionale e gli sono state presentate le opzioni militari per una risposta collettiva con i più stretti partner”.
Ecco quando è arrivato l’ordine di Biden
“Alla fine dell’incontro, il presidente ha dato ordine al segretario Austin di condurre la risposta che ha portato ai raid di questa notte”, aggiungono le fonti riferendosi al capo del Pentagono che è ancora ricoverato in ospedale, da dove ha diffuso una dichiarazione in cui sottolinea che l’obiettivo dell’operazione era “interrompere e degradare le capacità degli Houthi”. Questa è la terza significativa operazione militare che viene condotta dagli Usa da quando Austin è malato.
Dalla Casa Bianca si specifica che “l’azione collettiva” è stata condotta da Stati Uniti e Regno Unito con Australia, Canada, Olanda e Bahrain che hanno “fornito sostegno aggiuntivo”, con il Pentagono che precisa che questi Paesi non hanno avuto un ruolo operativo.
Nell’operazione, precisano fonti del Pentagono, sono state utilizzate forze aeree, navali, compresi sottomarini e sono state usate “munizioni di precisione per distruggere i target per minimizzare i danni collaterali”. “Non abbiamo assolutamente preso di mira centri con popolazione civile”, assicurano le fonti del Pentagono.
Il retroscena
I target colpiti sono stati radar e strutture usate per conservare e lanciare droni, missili cruise e missili balistici, aggiungono le fonti che considerano “significativi” i danni inflitti alle capacità dei ribelli Houthi. Anche se, aggiungono le fonti, “non saremmo sorpresi di vedere una sorta di risposta” da parte dei ribelli che hanno nell’Iran il loro principale sponsor, che fornisce loro le capacità e l’intelligence per condurre gli attacchi nel Mar Rosso.
“Non anticiperò nessuna delle nostre future azioni, ma è sufficiente dire che consideriamo l’Iran responsabile del ruolo svolto con gli Houthi e gli altri gruppi che hanno condotto attacchi contro le forze Usa nella regione”, conclude il funzionario dell’amministrazione Biden sottolineando che “il presidente non esiterà ad ordinare altre misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale se necessario”.
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