Le grandi imprese e le società quotate dovrebbero divulgare informazioni in merito ai profitti realizzati, alle imposte pagate sugli utili e alle sovvenzioni pubbliche ricevute per ogni paese dove sono presenti. Questo dice il progetto legislativo sulla trasparenza e sull’impegno a lungo termine degli azionisti approvato dal Parlamento.
Il testo prevede inoltre che i soci votino almeno ogni tre anni la politica retributiva dei manager. “Il voto è un importante passo avanti al fine di indirizzare, nel lungo termine, le imprese e gli investitori verso un processo decisionale orientato e garantire una maggiore trasparenza nel governo delle imprese europee e l´impegno degli investitori istituzionali e dei gestori patrimoniali“, ha dichiarato il relatore, Sergio Cofferati (S&d, It), dopo il voto.
“Il testo approvato contiene importanti strumenti per la lotta contro l´evasione e l’elusione fiscale, in particolare l’obbligo d´informazione Paese per Paese, affinché le multinazionali dichiarino pubblicamente le tasse che pagano in ogni Paese nel quale operano. Non possiamo perdere quest´opportunità, specialmente dopo Luxleaks e gli altri scandali“, ha concluso Cofferati.
Nuovo requisito di trasparenza fiscale paese per paese – I deputati hanno inserito nel progetto legislativo l´obbligo per le grandi imprese di pubblicare, paese per paese, le informazioni su profitti o perdite prima della tassazione, le imposte sugli utili o sulle perdite e i finanziamenti pubblici ricevuti. Dovrebbero essere tenuti a farlo, inoltre, anche gli enti pubblici d´interesse, incluse le società quotate e le compagnie di assicurazione, nonché le società designate dagli Stati membri come enti di interesse pubblico.
Poteri degli azionisti sulla retribuzione dei manager – Il Parlamento ha approvato le regole che consentono all´assemblea generale degli azionisti di votare almeno ogni tre anni la politica di remunerazione degli amministratori di una società quotata. Tuttavia, agli Stati membri è lasciata la possibilità di decidere se tale voto sia vincolante oppure consultivo. Il testo approvato prevede inoltre norme che obbligano le aziende a spiegare come la loro politica sulla retribuzione degli amministratori contribuisca agli interessi a lungo termine della società e a impostare criteri chiari per l´assegnazione di compensi fissi e variabili, compresi tutti i bonus e i benefici. Il valore delle azioni non dovrebbe avere un ruolo dominante nei criteri di rendimento finanziari e la retribuzione basata su azioni non dovrebbe rappresentare la parte più significativa della retribuzione variabile degli amministratori.
Prossime tappe – Il testo, cosi come emendato dal Parlamento, è stato approvato con 556 voti favorevoli, 67 contrari e 80 astensioni. I deputati hanno inoltre deciso di non chiudere la prima lettura e avviare colloqui informali con gli Stati membri per cercare un accordo sulla versione finale della normativa.
Contesto – La proposta di revisione della direttiva dei diritti degli azionisti, che mira ad aumentare la trasparenza e incoraggiare la partecipazione a lungo termine, contiene disposizioni per garantire che le società quotate possano identificare i loro azionisti e regole di trasparenza per i consulenti in materia di voto (che forniscono raccomandazioni per il voto), gestori attivi, investitori istituzionali, come i fondi pensione e le compagnie di assicurazione.
Comprende, inoltre, disposizioni per aumentare la trasparenza e l´influenza degli azionisti per le operazioni con “parti correlate” (ad esempio, tra una società e il suo managment, amministratori, azionisti di controllo o imprese dello stesso gruppo). Secondo la Commissione europea, solo 13 Stati membri attualmente danno agli azionisti una “voce in capitolo sulla retribuzione“, attraverso un voto sulla politica di remunerazione degli amministratori e/o tramite una relazione. Solo 15 Stati membri richiedono la divulgazione della politica retributiva e 11 richiedono la divulgazione delle retribuzioni individuali degli amministratori.