I contributi dell’UE e degli Stati membri per aiutare i paesi in via di sviluppo a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici sono più che raddoppiati dal 2013.
Il totale è stato confermato nel contesto delle conclusioni adottate oggi dai ministri delle finanze, in vista della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP25), che si terrà a Madrid dal 2 al 13 dicembre 2019.
L’UE e i suoi Stati membri continuano ad essere il principale fornitore di finanziamenti pubblici per il clima. I loro contributi totali hanno raggiunto i 21,7 miliardi di EUR nel 2018, rispetto ai 20,4 miliardi di EUR nel 2017. Tali contributi sono stati efficacemente destinati a iniziative di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ad essi nei paesi in via di sviluppo.
Costituiscono un passo importante verso l’attuazione dell’accordo sui cambiamenti climatici giuridicamente vincolante raggiunto a Parigi nel dicembre 2015.
Gli ultimi dati dimostrano la determinazione dell’UE ad aumentare il proprio contributo ai finanziamenti internazionali per il clima al fine di conseguire l’obiettivo, stabilito per i paesi industrializzati, di mobilitare 100 miliardi di USD all’anno entro il 2020 e di estendere tale periodo fino al 2025. Entro il 2025 le parti definiranno un nuovo obiettivo collettivo quantificato. A tal riguardo le conclusioni prendono atto dell’impegno dell’UE ad avviare discussioni in tal senso a partire dal novembre 2020.
Le conclusioni sottolineano inoltre l’importanza di un’attuazione urgente e ambiziosa dell’accordo di Parigi. Chiedono rapidi e ambiziosi progressi in relazione all’obiettivo di rendere i flussi finanziari coerenti con un percorso che conduca a uno sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra e resiliente al clima. A tal riguardo evidenziano i recenti progressi compiuti nelle riforme legislative a livello dell’UE in materia di finanza sostenibile (tassonomia, indici di riferimento, informativa).