Simboli indiscussi del Made in Italy nel mondo, scarpe borse e guanti sono tra gli articoli più contraffatti in assoluto. Un danno tanto più grave per la Campania, che vanta un polo produttivo nei settori conciario e calzaturiero che conta più di 400 imprese per circa 14mila addetti. Un patrimonio minacciato dal mercato sempre più pervasivo dei falsi.
Dopo il successo della mostra didattica sui fake nel mondo dei giocattoli realizzata presso il Complesso conventuale di San Domenico Maggiore di Napoli (oltre 10mila visite da dicembre 2016 a marzo 2017), l’Associazione Museo del Vero e del Falso prosegue la sua azione di sensibilizzazione sui valori della legalità e della sicurezza dei consumatori con “Questa non è una sòla. Scarpe, pelletteria e accessori tra fake e rarità”, percorso didattico sulla contraffazione nella pelletteria e nel calzaturiero, in programma presso la “Sala delle Grida” della Camera di Commercio di Napoli.
Impreziosita da una selezione di modelli di calzature femminili che hanno fatto la storia del Novecento messa a disposizione da Assocalzaturifici, da una collezione di guanti d’epoca forniti dalla Fondazione Mondragone di Napoli ed arricchita da laboratori didattici curati da Unic-Linea Pelle e dalla Stazione Sperimentale Industria Pelli e giochi interattivi sviluppati ad hoc da Smarted, Spin-off della Federico II, la mostra è stata inaugurata oggi, venerdì 17 novembre, presso la Camera di Commercio di Napoli, in occasione del PMI DAY 2017 promosso da Piccola Industria Confindustria e dedicato quest’anno proprio al fenomeno della contraffazione. Il bello si contrappone al fake frutto dei sequestri messi in campo dalle forze dell’ordine e forniti dalla Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane.
“Abbiamo deciso di declinare il format ormai consolidato della mostra didattica – afferma Luigi Giamundo, presidente dell’Associazione del Vero e del Falso – su un settore particolarmente caro al Made in Italy e al territorio a cui apparteniamo. Il polo della concia di Solofra e quello calzaturiero di Grumo Nevano-Aversa rappresentano un’eccellenza internazionale. Ma non è solo un’attività semplicemente illustrativa quella che andiamo a creare di volta in volta ma un messaggio forte e chiaro alla società ed alle istituzioni competenti che le nostre produzioni vanno difese con forza. Per questo il Museo si pone come soggetto di dialogo e di strumento di espressione delle imprese italiane contro i meccanismi nocivi e dannosi della concorrenza sleale che attori irregolari svolgono sui mercati ogni giorno a danno delle nostre imprese e della cittadinanza”.
“Non è solo una questione economica – conclude Giamundo – che incide si sulle imprese ma anche sulle tasche degli italiani perché l’irregolarità toglie posti di lavoro, ma la contraffazione impatta soprattutto sulla nostra salute. Su questi temi avvieremo una significativa azione di sensibilizzazione coinvolgendo prima di tutto scuole e famiglie con una serie di incontri e laboratori didattici animati da esperti del settore”.
Laboratori didattici
Come leggere un’etichetta? In che modo distinguere materiali scadenti e pericolosi? Per capire le differenze tra prodotti di qualità e prodotti irregolari, il percorso espositivo è animato da quattro postazioni curate dalla Stazione Sperimentale dell’Industria delle Pelli (SSIP), dall’Unione Nazionale dell’Industria Conciaria (UNIC), da Smarted (spin-off della Federico II) e, insieme, dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane.
Un percorso tra fake e pezzi storici
Il primo prototipo del tacco a spillo, uno speciale stivaletto da danza indossato da Carla Fracci, vere e proprie icone del fashion tout court come i modelli storici delle borse Gucci, Yves Saint Laurent e Luis Vitton e, ancora, guanti e articoli che esprimono il meglio della manifattura campana si “scontrano” con i falsi sequestrati dalle Forze dell’Ordine, pendenti minacciosi da tronchi d’albero posizionati frontalmente alle vetrine espositive della Sala delle Grida della Camera di Commercio. Promossa e curata dall’Associazione Museo del Vero e del Falso, la mostra didattica “Questa non è una sòla”.
In contrapposizione con il significato profondo dell’immagine stessa dell’albero, simbolo universale della vita, raffigurante in tutte le culture significati legati alla nascita e all’energia vitale, i falsi rappresentano qui l’esito di un “deviato” ciclo vitale che ha come risultato un “frutto marcio” perché alimentato unicamente dalla illegalità della contraffazione.
Il percorso “Questà non è una sòla” è arricchito da immagini, proiezioni, nozioni e laboratori ed è rivolto principalmente alle scuole per diffondere, informare, sensibilizzare le nuove generazioni sui danni e le conseguenze negative che comportano l’acquisto e l’utilizzo dei prodotti illegali.
Alla realizzazione della mostra hanno collaborato: Assocalzaturifici