Continuiamo a sentire ad ogni convegno, dibattito, incontro, tavola rotonda ma anche inteviste istituzionali e di esponenti della cultura campana che la nostra regione ha un’estrazione ed una vocazione quasi “monoculturale”: il turismo.
Per l’ennesima volta, il Consiglio regionale, anche oggi, non e’ riuscito ad approvare la legge. Divisioni dentro la maggioranza e divisioni dentro le forze di opposizione hanno, di fatto, paralizzato nuovamente l’Aula che non e’ riuscita a decidere.
Mentre da una parte si discute del nuovo assetto istituzionale degli enti che saranno preposti al governo di questa complessa materia e si cerca d’inserire livelli territoriali e di competenze specifiche che appesantiscono, anche se arricchiscono, l’assetto della normativa di riferimento; e dall’altra si sbandiera che il ruolo dell’opposizione in un assemblea democratica è proprio quello di controbilanciare le iniziative della maggioranza che, da parte sua, perde coesione e vede l’azione del PD che agisce ed interagisce con essa.
Tutto ciò, seppure democraticamete auspicabile, comporta ritardi e inceppamenti per un’intervento legislativo che gli addetti ai lavori e non solo aspettano da ben trentuno anni.
L’augurio è che presto e bene si riesca a trovare un assetto bilanciato della legge e che essa possa cominciare il suo iter di validità che permetta di rivalutare un tessuto territoriale ed una proposta culturale connessa che davvero ci invidiano in tutto il mondo.
La politica dovrebbe mettere un poco da parte le beghe partitiche e pensare al bene pubblico e alla ripresa economica di un territiorio che a fronte di tanta potenzialità langue nell’abbandono più totale e vive, ormai, più di ricordi che di realtà