Per l’appuntamento odierno di Setteversi vi proponiamo quattro racconti brevi. Non fatevi ingannare dalla lunghezza perché saranno in grado di farvi veramente viaggiare tra realtà… e sogno.
Emma e Rubina
Passavo di qui spesso, quando lavoravo nel vecchio ufficio. Facevo apposta un giro un poco più lungo per ammirare la vetrina di questo negozio: bigiotteria, borse, cappelli, accessori tutti fatti a mano e provenienti da tutto il Mondo. Le due proprietarie avevano passato abbondantemente la mezza età ed avevano girato 3/4 del Globo e continuavano a farlo. Quando avevo tempo, entravo e loro mi parlavano dei loro viaggi e delle persone meravigliose che avevano conosciuto. Sarei stata ad ascoltare per ore, anche perché mi offrivano sempre un ottimo tè alla menta alla maniera marocchina. Compravo sempre qualcosa: una volta dell’hennè che mi fece i capelli di un’orribile rosso. Ci sono ripassata tre giorni fa. Il negozio ora è chiuso e la vetrina sporca rivela ancora qualche colore del sud del Mondo. Il kebabbaro di fianco mi ha riconosciuto e mi ha detto: “Sono partite tutte e due per l’ultimo viaggio. Nessuno ha potuto salutarle. Loro che amavano così tanto i colori e la gente, sono andate via da sole in brutti sacchi neri” .
Abbiamo pianto per loro, mentre mi offriva il tè alla maniera marocchina, con il servizio di Emma e Rubina.
Io lavoro al bar…
Ora di chiusura Il mio è un bar diurno, si apre alle 6 e si chiude alle 18. Da qualche mese apro alle 5.30 che la fabbrica vicino ha iniziato a lavorare a turni e un buon caffè non si può negare a chi inizia a lavorare all’alba e fuori è ancora scuro scuro. Hanno talmente sonno quelli del primo turno che spiaccicano giusto un “‘ngiorno… caffè” È un piacere servirli, non discutono di niente e non fanno battute sceme sulla mia IV abbondante e la laurea in filosofia che ho appeso sopra la macchinetta del caffè. Mi piace sfoggiare entrambe. Invece quelli che fanno i giornalieri e staccano alle 5 del pomeriggio, passano per farsi la birretta dopo lavoro e questi si sono dei veri casinisti e fanno continuamente quel sarcasmo che contraddistingue il bar di paese. La tirano sempre lunga e difficilmente riesco a chiudere prima delle 7 di sera. Poi, quando se n’è andato anche l’ultimo temporeggiatore, dal jukebox (una chicca che ho voluto fortemente) scelgo i miei brani disco anni 80 preferiti e mentre passo la scopa e lo straccio, faccio finta di ballare con Manuel Franjo di Fantastico 6.
Sotto padrone
Alle 5.30 suona la sveglia e alle 7 sei in cantiere. Hai difronte a te minimo 9 ore di lavoro, con 45 minuti di pausa per buttare giù un boccone. Siete in cinque nella tua squadra a fare il lavoro per cui, per essere in sicurezza, per lavorare a norma, ce ne vorrebbero almeno otto di persone. Il padrone dice che dovete fare in fretta, che se non si consegna in tempo c’è la penale e allora mica ve lo paga lo straordinario e i buoni pasto. Anzi, può essere che salta pure il mensile. Il padrone non si chiede mai “che diritti ho su di te?” Lui è convinto che tu sei roba sua perché ti paga il salario minimo contrattuale. E tu, per non perderlo quel minimo salariale, sei costretto a non rispettare le norme, a non rispettare la tua vita e chi ti vuole bene. La sveglia suona alle 5.30 e tua moglie sta con il magone fino alle 7 di sera, fino a che non ti sente parcheggiare sotto casa.
La bestia
Pronto, servizio emergenza – Ecco…io…non so come fare – Deve denunciare un incendio? – Si… cioè…non proprio – Senta è un servizio emergenza, se non ha niente da denunciare deve lasciare libera la linea – No no …aspett i… Lui sta dentro al capanno della caccia in mezzo al bosco – Signora! Lui chi? Il piromane!? – No no… la bestia… il mostro… – Signora… Forse deve chiamare l’ospedale. Ha bisogno di un aiuto diverso dal nostro – No…ascolti…io ora gli do fuoco al capanno… tanto lui è completamente ubriaco e non può scappare…così brucia come all’inferno… come si merita – Oddio signora… Mi dica dove sta. Le mando io un aiuto – Il bosco, mi spiace per il bosco… non deve bruciare! Solo lui… all’inferno! Mandate qualcuno a salvare il bosco …il capanno è già in fiamme.
Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine