Per la liquidità nel breve periodo la soluzione ideale è rappresentata dai conti deposito. Si tratta di conti corrente bancari, limitati generalmente nelle proprie funzionalità, con il solo scopo di fruttare interessi elevati su quanto investito. Ma molti dei conti deposito esistenti non hanno costi, però prevedono un tasso di interesse superiore rispetto ai conti corrente tradizionali. Hanno dalla loro, peraltro, l’obbligatorietà per il sottoscrittore di possedere un conto corrente tradizionale presso un’altra banca o presso lo stesso istituto. Ma non solo: tutte le operazioni, da e verso il conto deposito sono spesso limitate al conto corrente collegato. Va da sé, quindi, che per un investimento prolungato nel tempo i conti deposito sono sconsigliati ma pur sempre utili dal punto di vista dei rendimenti.
Come ogni investimento, anche quello dei conti deposito presenta una serie di rischi, laddove in finanza si intende, con questo termine, tutti quei fattori legati all’equilibrio tra flussi monetari in entrata ed in uscita. Se sottovalutati, i rischi possono ridurre e cancellare addirittura il ritorno sull’investimento effettuato. Per quel che concerne i conti deposito, i rischi sono tre.
Il primo è il rischio di credito, il rischio cioè che nell’ambito di un’operazione creditizia il debitore non assolva anche solo in parte ai suoi obblighi di rimborso del capitale e/o al pagamento degli interessi al suo creditore. Infatti, una banca potrebbe non essere in grado di restituire i fondi all’investitore. Non un problema per i capitali depositati fino a 100.000 euro, protetti dallo Stato e dal Fondo di garanzia dei depositi ma problema serio per i depositi eccedenti i 100.000 euro. Il secondo, invece, è il rischio regolamentare, che si paleserebbe dinanzi a cambiamenti legislativi con garanzie mancanti. Infine, il rischio di reinvestimento, secondo il quale scaduto il vincolo temporale sul conto deposito, il risparmiatore deve cercare un nuovo conto deposito a tassi soddisfacenti. Chiaramente i tassi sui conti deposito sono proporzionali alla necessità della Banca di reperire capitali: ciò significa che il tasso di interesse di un conto deposito è inversamente proporzionale alla salute dell’istituto di credito che lo offre.
Giocoforza, nonostante sia un mezzo comunque parecchio in voga, il conto deposito sarà nel 2020 uno strumento sempre più in calo anche a causa dei rendimenti. Oggi come oggi i conti che offrono tassi più elevati convengono, perché vincolando il proprio capitale nel lungo periodo, i risparmi vengono difesi dall’inflazione, di cui si parla quando si registra un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa. Per questa e svariate ragioni entra in gioco il conto deposito non vincolato, un mezzo sempre più sfruttato. Altro non si tratta che di un prodotto finanziario, un “servizio di cassa” offerto dalla banca per conto di un proprio cliente. Vale a dire che, su tale conto, vengono custoditi i risparmi sui quali maturano interessi ma in questo caso i rendimenti sono destinati a scendere ancora. Allora, nel 2020, spazio alle alternative, all’insegna della flessibilità e della diversificazione.
Per ottenere rendimenti più alti, si può considerare un investimento differente o in ETF o fondi. O ancora costruendo un portafoglio diversificato, sulla base delle proprie esigenze e con i dettagli che delineano il profilo di investitore. O ancora, altra valida opzione, quella dei Piani di Accumulo (PAC), piccoli investimenti che consentono di risparmiare mettendo da parte anche somme di denaro piccolissime: la soluzione ideale per costruire un investimento nel tempo anche tramite versamenti periodici di cifre contenute. Tale metodo, permette infatti di esporre in misura minore l’investimento ai rischi correlati alle fluttuazioni di mercato garantendo un rendimento soddisfacente al termine del periodo.