Osannato, poi messo all’indice e di nuovo apprezzato: è la parabola del caffè, che sta vivendo un nuovo momento d’oro negli studi dei medici. Secondo le ultime ricerche condotte da esperti e medici inglesi, l’abitudine a bere caffè è associata a un più basso rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, sindromi metaboliche, calcoli renali e gotta.
Ma c’è di più: la bevanda forse più amata al mondo – oltre 2 miliardi di persone lo assumono quotidianamente – riduce le probabilità di sviluppare alcune tipologie di cancro, morbo di Parkinson, depressione e Alzheimer.
Una riabilitazione completa? Non proprio: gli studiosi hanno confermato alcuni problemi collegato all’assunzione del caffè. Soprattutto tra le donne in gravidanza che potrebbero riscontrare nascite pre termine, aborti e basso peso alla nascita.
Il segreto è nella giusta quantità
Cosa fare allora di fronte a una tazzina di caffè? Secondo i ricercatori chi inserisce quotidianamente una moderata quantità di caffè nella propria dieta ha più da guadagnare che da perdere in termini di salute.
Ma attenzione a tre cose. La prima: lo studio prende in esame solo il caffè. Se lo assumente con zucchero, e lo accompagnare con biscotti, pasticcini o torte, il quadro cambia radicalmente.
La seconda: la giusta quantità sono 3-4 tazze al giorno. Oltre diventa dannoso.
La terza: il caffè preso in esame è quello americano, lungo e meno concentrato. Assai diverso, insomma, dall’espresso che nessuno sognerebbe mai di consumare a tazze.