In Russia, nel maggio scorso, nell’ambito del “Salone Internazionale del Libro” di San Pietroburgo gli organizzatori del Salone hanno pensato bene, per invogliare la gente ad avvicinarsi alla poesia o semplicemente per riviverla, di allestire in via Malaya Sadovaya, alcune cabine telefoniche, quelle del tipo che avevamo anche noi in Italia: insomma, telefoni della poesia. Come funziona la cosa? Si digita un numero, si alza la cornetta come per fare una semplice telefonata e, anziché di ascoltare dall’altro capo la voce di chi avete chiamato, si ascoltano i versi dei poeti russi del XX secolo. “Pronto”? “Risponde Majakovskij”. O Anna Akhmatova, Esenin e tanti altri.
di un giorno») risolleverebbero le sorti della poesia, la voglia di comprendere una poesia, la sete di conoscenza attraverso buone letture?
L’iniziativa è giunta anche in Italia. È del 2014 la prima bibliocabina in Italia, realizzata ad Arona (NO) dai creativi Cami&Juan, a Medicina (BO) le bibliocabine sono state promosse e realizzate da alcune associazioni (“Gruppo di lettura libri gabbiani”, “Gli Aquiloni”) che hanno recuperato una cabina in disuso e l’hanno chiamata “La casa dei libri volanti”. Anche la Capitale ha inaugurato la sua bibliocabina installandola nel quartiere Torresina, Municipio XIV, nell’ottobre 2014. «Nell’era della condivisione online il bookcrossing è una forma di diffusione concreta della cultura: entri nellacabina, prendi il libro che ti piace, lo leggi e poilo riporti, e, se hai libri che vuoi donare, puoiliberamente farlo… Insomma, un po’ comequando ci si prestava le schede telefoniche pertelefonare» (Nuova vita per le cabine telefoniche: dentro si trovano i libri…, in «Il Libraio», 30 marzo 2015).