Il mondo della cultura in Italia è ripartito. Quando riaprono i musei? Il nuovo DPCM del governo Conte ha disposto la riapertura dei musei nelle zone gialle. Soddisfazione da parte del Ministro Franceschini che dopo la proclamazione di Procida capitale italiana della cultura 2022 ha dato un primo segnale di ripartenza al quale fa seguito questa riapertura dei complessi museali.
Quando riaprono i musei? Il DPCM dà la svolta
Durante le comunicazioni in aula in merito alle misure da adottare per affrontare la pandemia, il ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato la riapertura dei musei e (con ogni probabilità) delle mostre in zona gialla. “È intenzione del governo stabilire una quarta area, quella bianca, che potrà scattare solo con livelli epidemiologici molto bassi, incidenza sotto i 50 casi settimanali ogni centomila abitanti, Rt sotto 1 e indice di rischio basso”, ha detto Speranza. “È difficile che questa area possa scattare nel breve ma iniziamo un percorso di speranza per i prossimi mesi. Con lo stesso spirito è intenzione del governo in area gialla riaprire i musei come luogo simbolico della cultura del Paese”.
Qui però arriva la beffa: anche se il provvedimento dovesse rientrare nel DPCM, il rischio è che le regioni dove poter effettivamente aprire saranno ben poche visto che parecchie sono in fase di passaggio al color arancione se non al rosso. Questa misura, andrà così a riaprire i musei dopo oltre due mesi di serrata, ovvero dallo scorso 4 novembre, data del Dpcm che ne ha decretato la chiusura. Continuerebbero però a restare chiusi al pubblico cinema e teatri, come da Dpcm dello scorso 25 ottobre. La proposta di riaprire i musei è arrivata nei giorni scorsi direttamente dal Ministro Dario Franceschini, che ha evidentemente smussato alcune sue convinzioni di qualche settimana fa.
Le parle del ministro Franceschini
Il governo sta valutando la possibilità di riaprire i musei e le mostre dal 18 gennaio nelle regioni ‘gialle’ e durante i giorni feriali: è quanto annunciato dal Ministro Franceschini, aggiungendo che “nel Dpcm che chiuderemo nella giornata di oggi proporrò che sia introdotta la riapertura dei musei e delle mostre nelle zone gialle almeno nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. Naturalmente – ha proseguito il Ministro – tutto dovrà avvenire in modalità di sicurezza, come quest’estate, con gli obblighi di indossare le mascherine, mantenere il distanziamento, il contingentamento e con prenotazioni e bigliettazione elettronica per evitare le file. È un primo passo, un piccolo passo verso la ripartenza”.
Come ha reagito il mondo della cultura?
“Siamo pronti da sabato! I nostri musei si preparano a riaprire le porte, in totale sicurezza, non appena dal Governo verrà confermata la possibilità. La cultura, come la scuola, sono i pilastri di un Paese ed occorre investire su questi perché un Paese, la sua identità, la sua visione, la sua capacità di evolvere e di progredire, non vadano in pezzi”, commenta sulla propria pagina Facebook Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura di Firenze.
Una posizione simile è stata sottolineata, giorni fa, da Cristiana Perrella, direttrice del Centro Pecci di Prato che in merito alla chiusura dei musei ha scritto su Artribune: “se si decide di tenere aperto quasi tutto il resto – a differenza della chiusura di marzo – una spiegazione bisogna darla a chi lavora nel nostro comparto e a chi a questo fa riferimento come a un settore in grado di soddisfare un bisogno primario, che è quello dell’esercizio del pensiero critico, dell’immaginazione e del piacere intelligente dell’esperienza estetica, ancora più necessario in un momento come questo. Ma soprattutto una spiegazione va data a chi i musei non li frequenta, o li frequenta poco. Perché non darla vuol dire contribuire ad affermare l’idea che della cultura (o almeno della sua esperienza fisica) si possa fare a meno. Questo periodo, invece, poteva diventare un’occasione per iniziare a cambiare le cose, per rendere i musei più familiari, almeno nel dibattito generale, affermandone l’importanza come luogo pubblico, accogliente, sicuro e anche sorprendente, in cui riconoscere alle persone un ruolo che non fosse solo quello legato alla produzione e al consumo. Si doveva aprirli di più, i musei, anziché chiuderli”.
Tra i primi musei ad annunciare la riapertura al pubblico è il MART di Rovereto, come dichiarato dal suo presidente Vittorio Sgarbi: “la cultura è l’anima di un Paese. Da Rovereto un segnale forte al resto del d’Italia. Soddisfazione per la decisione del Governo. La chiusura è stata una scelta sbagliatissima”. Riapriranno quindi le mostre su Caravaggio e Boldini; per quest’ultima, Sgarbi ha annunciato che sabato 16 gennaio alle ore 12 ci sarà la “vernice” con annessa conferenza stampa.