Un’ennesima mattinata dinanzi a Palazzo San Giacomo per denunciare l’ingiustizia dei tre operatori OSA rimasti fuori dalla riassunzione nel lotto 7° e 8° municipalità dell’ ADSA. ( Assistenza Domiciliare Socio- Assistenziale). Una vicenda che lascia l’amaro in bocca dopo 8 mesi di disoccupazione, ritardi nei pagamenti, scioperi, denunce. Proviamo a ricostruire i fatti. Dopo che l’ente gestore L’Uomo e il Legno è decaduto, è stata fatta una mini gara d’appalto della durata di due mesi aggiudicata dal Consorzio CO.RI. ( comprendente le cooperative SO.LE, CORE, PROODOS). Tuttavia, a causa di inadempienze e negligenze da parte dell’ amministrazione delle politiche sociali, non è stata inserita la clausola che avrebbe consentito il passaggio di cantiere degli operatori precedentemente in servizio. In questo modo, sono stati fatti fuori la maggioranza degli operatori disoccupati ( senza l’assunzione di un criterio logico e corretto di selezione). Il Consorzio CO.RI si è giustificato dichiarando la necessità di inserire nuovi lavoratori nell’organico e di non essere obbligati a riassumere gli operatori in attesa di riprendere l’attività lavorativa dopo un lungo periodo di sospensione.
Solo dopo le pressioni dei sindacati sull’assessore alle Politiche Sociali Roberta Gaeta e conseguentemente della pressione esercitata dalla stessa sulle cooperative, gli operatori “storici” sono stati riassunti lasciando fuori solo 3 nomi dall’elenco fornitogli dall’assessore Gaeta. Perché escludere dal diritto al lavoro tre operatori sociali? Perché non sono state specificate le regole di selezione del personale? E ancora: perché il CO.RI è stato l’unico Consorzio a presentarsi alla gara d’appalto ( giustamente vinta in quanto unico partecipante)? Consorzio di copertura ? Le domande sono tante ma le spiegazioni tardano ad arrivare. Intanto, il 19 settembre 2014 scadrà il mandato bimestrale affidato a CO.RI e l’appalto, aggiudicato nuovamente a L’Uomo e il Legno e Fisiomedical, nonostante l’inserimento della clausola sociale NON garantisce l’assunzione degli tre operatori precedentemente esclusi dal rinnovo dei contratti lavorativi. La maggior parte degli operatori delusi e precari suppongono che questa possa definirsi una vera e propria manovra clientelare.
Intanto oggi alle ore 12:00 è stata indetta un’assemblea sindacale ( Cgil e Uil) insieme agli operatori OSA per un presidio a Palazzo San Giacomo. In attesa di nuovi riscontri, non mancano le difficoltà e la delusione da parte dell’utenza che disperata intende rivolgersi ai piani alti: Non rifiutiamo il servizio ma l’operatore. Sono queste le parole espresse da una mamma di una bambina disabile che ha perso la sua operatrice che da 15 anni assisteva con affetto e competenza la figlia. Diritti lesi, inefficienze amministrative, incompetenza, mancanza di trasparenza, ostruzionismo. Questo è il Welfare Campano. Un sistema che non è in grado di garantire alle famiglie un servizio d’esperienza e competenza, che non riconosce i bisogni e i diritti fondamentali di utenti e operatori sociali perché ha perso i criteri di garanzia, affidabilità e assistenza. Un welfare in default che colpisce le fasce più deboli della cittadinanza a causa di crisi, sprechi, consulenze, favoreggiamenti di turno ai quali è difficile porre rimedio quando il sistema stesso è infetto alle radici.