Nativi digitali, abituati alla funzione del multitasking e alla connessione illimitata e simultanea, i giovani dell’era dell’ipertecnologia instaurano un rapporto con il mezzo distorto, sopravvaltuando i rischi potenziali da esso derivanti in caso di abuso improprio e indiscriminato. Il tempo dell’attesa è così finito: si è passati dalla condivisione di film, informazioni, giochi al bullismo elettronico: il mezzo diviene un erogatore di suicidi, omicidi, violenze, un luogo di prestazioni sessuali a pagamento che varcano la soglia della privacy, dell’identità e, spesso, della vita.
Tassonomia del fenomeno:
Flaming, Harassment (Molestie), Denigration, Impersonation, Outing e Trickering, Exclution, Cyberstalking sono tutte le azioni violente dei bulli inflitte alle loro vittime. Spesso, queste ultime non reagiscono, per paura, perchè credono che quello sia semplicemente un gioco racchiuso in scatola di pixel sottovalutando i rischi derivanti da manifestazioni comportamentali aggressive. Il cyberbullismo è un fenomeno molto sottile e d’intensità graduale: dall’sms denigratorio e volgare si passa alla trasmissione su piattaforma Facebook o via MMS di immagini/video recante danno alla persona della vittima, sino al furto d’identità e alla diffusione online di segreti personali o materiale scomodo che mette seriamente a repentaglio la vita privata e pubblica del soggetto coinvolto. La vittima si sente sempre più impotente in quanto viene rinforzato lo sbilanciamento dei poteri (bullo forte e vittima debole) coinvolti.
Aspetti psicologici:
Il cyberbullismo non è solo questo. Nuovi reati emergenti tra i giovanissimi (resi addirittura pubblici come simbolo di vanto e di successo), rendono il fenomeno un’emergenza sociale. Dal suicidio in età adolescenziale all’abuso sessuale sui minori, alla vendita di droghe e armi illegali sino alle insidie delle dipendenze dal gioco. internet è diventata la piattaforma dello scambio criminale, della violenza e i protagonisti sono proprio gli adolescenti che perdono la percezione del confine con lo spazio, con l’altro, disperdendo se stessi perdendo anche la propria identità (spersonalizzazione) nella messa in opera dell’atto.
A differenza del bullismo tradizionale, nel cyberbullismo viene a mancare un feedback diretto sugli conseguenze delle aggressioni inflitte alla vittima a causa del mancato contatto fisica con la stessa. La specificità del fenomeno risiede nella modalità di trasmissione del messaggio lesivo, che a differenza del bullismo tradizionale, non avviene di persona.
I dati:
In Italia, nel 2014, un adolescente su dieci di età compresa tra i 13 e i 17 anni dichiara di aver subito il fenomeno del cyberbullismo. Il 70% dei pre-adolscenti utilizza internet senza il controllo dei genitori. Il 20% dei ragazzi ha pubblicato foto su Facebook o Instagram di cui poi si è pentito. 88 ragazzi su 100 riconoscono nell’abuso delle tecnologie la prima causa alla base dei comportamenti di abuso non correlate all’uso di sostanze: videogiochi (52%), computer ( 44%), tv e cellulare (37%). I dati sono stati raccolti da una ricerca realizzata da Pepita, cooperativa sociale di educatori.
VII Commissione cultura al Senato:
Proprio nelle ultime ore la VII Commissione cultura al Senato ha espresso la necessità di intervenire in questa emergenza attraverso l’azione della scuola. Tra le raccomandazioni, gli istituti scolastici devono dotarsi di un regolamento d’istituto contenete misure finalizzate ad un utilizzo corretto della rete e degli strumenti informatici.