“Trascrizione, Analisi e Trattamento del Segnale Intercettato e Speaker Recognition in ambito forense” è il titolo del Master di Alta Formazione accreditato dal Consiglio Nazionale Forense, che, organizzato da Adsum Bari, è stato presentato presso la sede del Comando di Polizia Municipale del capoluogo pugliese.
Al meeting sono intervenuti: Michele Palumbo, comandante Corpo Polizia locale di Bari, Francesco Crocitto, generale di Brigata dell’Aeronautica Militare Italiana in Riserva, Antonio Maria La Scala, avvocato penalista e docente LUM Libera Università Mediterranea Jean Monnet, e Vito Gargano e Angela Lorubbio, rispettivamente direttore e coordinatrice di Adsum Bari. Durante l’incontro è intervenuto, attraverso una conference call, Luciano Romito, direttore del Laboratorio di Fonetica dell’Università della Calabria e del Laboratorio di Fonetica Forense dell’Universidad National de Rosario (Argentina) e uno degli esperti del settore più autorevoli in Italia nonché direttore scientifico del master. Il giornalista Onofrio D’Alesio ha moderato il dibattito.
L’attività formativa nasce per rispondere all’esigenza sempre maggiore di un percorso di alta formazione come trascrittore forense, esperto in analisi, editing e miglioramento del segnale intercettato, e in identificazione del parlatore per scopi forensi al fine di condurre affidabili analisi scientifiche su voci e suoni.
L’incontro è stato anche l’occasione per mettere sotto i riflettori lo scenario legislativo attuale sulla mancanza di un albo che regoli la figura professionale del perito fonico forense e di un organismo che certifichi l’attività del consulente tecnico.
«L’utilizzo delle intercettazioni a scopo investigativo – ha dichiarato Francesco Crocitto, generale di Brigata dell’Aeronautica Militare Italiana in Riserva – rimane ancora una delle tecniche di ricerca della prova più importanti e diffuse tra gli specialisti del settore e rappresenta un elemento chiave delle indagini. Per questo, è necessaria una formazione professionale per gli addetti all’ascolto e alla trascrizione dei nastri – che spesso hanno solo la licenza media».
«Ascoltare, trascrivere e valutare – ha detto Antonio Maria La Scala, avvocato penalista di Bari – i contenuti di conversazioni telefoniche è un’attività molto delicata in quanto forme dialettali, espressioni proverbiali, lingue straniere, rumori di fondo, toni ironici e altri elementi di sottofondo possono rendere fuorviante il significato di un messaggio e, quindi, ribaltare un’ipotesi d’accusa o addirittura fare la differenza tra condanna o assoluzione».
«Da uno studio effettuato qualche anno fa risulta che – ha detto Luciano Romito, direttore scientifico del Master – il 22% delle perizie foniche vengono effettuate utilizzando metodi non scientifici. Il 35%, invece, nonostante le giuste premesse teoriche, applicano male metodologie e procedure. Per effettuare correttamente una perizia fonica sono necessarie competenze linguistiche, dialettologiche, di speech analysis, informatiche e altre. Ovviamente il riconoscimento economico da parte dei tribunali di 4€ lorde l’ora per un incarico così delicato non aiuta la formazione di figure professionali adeguatamente preparate».