In una società sempre più attenta e sensibile alle tematiche ambientali, anche il mondo del turismo viene incoraggiato a muoversi in questa direzione, tanto che l’ONU ha proclamato il 2017 proprio come l’Anno Internazionale del Turismo Sostenibile. Osservando il settore degli agriturismi in Italia, secondo un’analisi di Agriturismo.it , oggi il 20% delle strutture sul portale è eco-biologico.
Una scelta, questa, che viene premiata: in un anno la domanda è aumentata del 17% e oltre un utente su due (64%) è disposto a spendere di più per soggiornare in una struttura eco-biologica. In realtà, analizzando il trend dei prezzi per un soggiorno in agriturismo nei prossimi mesi primaverili, si scopre che i costi delle strutture ecosostenibili sono persino più bassi di quelle tradizionali: per un agriturismo green si spendono 43 euro a persona per notte, circa il 7% in meno della media nazionale.
I proprietari, in buona sostanza, sembrano aver optato per scelte di lungo periodo: sebbene i costi per ristrutturare in chiave eco-biologica siano piuttosto esosi, i prezzi non ricadono sul turista ma vengono ammortizzati grazie a consumi e spese di gestione più basse e incentivi fiscali.
Il bon vivre passa per la natura e il suo rispetto
Il rispetto per l’ambiente e una vacanza all’insegna della natura è quello che un utente su cinque apprezza di un soggiorno in agriturismo. L’esperienza dei gestori che hanno deciso di rendere le proprie strutture eco-biologiche insegna che a muoverli è una filosofia di vita improntata a un forte senso di responsabilità verso il pianeta, piuttosto che alla ricerca di guadagni maggiori.
Per questo gli agriturismi eco-biologici sono attenti a ogni dettaglio, dall’arredamento ai kit di cosmetici, fino ad arrivare al cibo e perfino ai rifiuti. Una delle caratteristiche più diffuse è quella dell’autoproduzione di energia attraverso fonti rinnovabili, a partire dal sole: dipendenti e ospiti, per esempio, sanno che le lavatrici possono essere fatte nelle ore diurne a costo zero. Comune a moltissime strutture è anche la Strategia Rifiuti Zero, basata sull’idea che la spazzatura ha una vita ciclica e non è uno scarto ma una risorsa. La biancheria è realizzata con materiali naturali e biologici, così come i kit di saponi distribuiti nelle camere e i detergenti utilizzati in cucina e per le pulizie.
Chi opta per un tipo di turismo a impatto zero non può rinunciare a mangiare cibi biologici durante la sua vacanza. La maggior parte degli agriturismi ecosostenibili vanta anche orti, frutteti e allevamenti di sua proprietà, da cui prendere le materie prime per la ristorazione, unica voce di spesa che, in queste strutture, risulta più alta della media.
Alcune curiosità: il bon vivre può passare anche dal silenzio e per questo in alcune strutture eco-biologiche le stanze non sono dotate di televisori, se non su richiesta. Esistono poi agriturismi che accanto alle camere per “umani” hanno anche degli insect hotel, dove i piccoli esseri viventi possono rifugiarsi e riprodursi.
L’Emilia Romagna la regione più cara, la Sardegna quella più economica per una vacanza bio
Ipotizzando un fine settimana in un agriturismo eco-biologico nei mesi primaverili, la regione con le tariffe più elevate è l’Emilia Romagna, dove si spendono 68 euro a notte a persona. Seguono, ma a distanza, il Lazio con una spesa media di 57 euro e la Campania con 54 euro. La regione in cui un weekend di primavera in una struttura green costa meno è la Sardegna, complici probabilmente le tariffe più elevate dei mezzi di trasporto per raggiungere l’isola: qui il prezzo a notte è pari mediamente a 32 euro. Anche Umbria, Marche e Calabria si mantengono su costi bassi, tra i 33 e i 34 euro.