Ticket eccessivi, liste d’attesa chilometriche che sarebbe più facile a dirsi che a farsi. Curarsi costa troppo e a confermarlo sono le oltre 24mila segnalazioni dei cittadini al Pit Salute regionali e nazionali. Non basta la crisi e gli scongiuri per evitare ulteriori tagli al Fondo Sanitario Nazionale, il cittadino medio rinuncia a curarsi per difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie. Proviamo a stilare una top ten dei misfatti saniatari più in voga: I tempi di attesa si attestano in pole position , restano dunque in cima alle maggiori preoccupazioni dei cittadini i tempi lunghissimi di attesa paragonabili ai rotoloni infiniti della Scottex.
La top ten delle lamentele – A lamentarsi e a pregare tempi di attesa più brevi sono il 58, 5% dei cittadini: tra esami diagnostici ( 34,15), visite specialistiche ( 31,4%), e interventi chirurgici ( 27,1%). Al secondo posto nella nostra classifica si attesta il problema del ticket, parliamo di una percentuale che nel 2012 si attestò al 10, 3% per arrivare ad un aumento considerevole del 31,4% nel 2013. Quanti soldi avranno speso gli italiano di tasca proprie per le spese sanitarie nel 2013? Tre miliardi di euro con un incremento del 10% dal 2010 al 2013. In tempi di crisi anche i cittidini non possono non fare meno di contattare CittadinanzaAttiva e segnalare i costi elevatissimi dei ticket, richieste di esenzione ( 34,4%), mancata applicazione del diritto all’esenzione ( 8,6%).
Gli effetti dei tagli alla spesa pubblica si fanni sentire. Nelle tasche. Sulla salute. Manca l’offerta sanitaria, manca un servizio di presa in carico del cittadino, e il diritto alla cura e al benessere vengono meno. Al terzo posto collochiamo gli errori terapeutici e diagnostici ( 66%), a questi seguono le condizioni delle strutture (16%) le disattenzioni del personale sanitario ( 10,4%). Anche l’assistenza territoriale subisce un battuta d’arresto: i cittadini lamentano di vedersi negata una prescrizione medica o una visita a domicilio.
In calo la spesa sanitaria privata– Il valore pro-capite della spesa sanitaria privata subisce anch’essa un decremento: si è ridotto da 491 a 458 euro l’anno e le famiglie italiane rinunciano complessivamente a 6,9 milioni di prestanzioni medico-sanitarie private. Sostanzialmente tra il 2007 e il 2013 la spesa sanitaria pubblica è rimasta invariata ed aumentata la spesa di tasca propria +9,2% tra il 2007 e il 2012 pe poi ridursi nel 2013 del 5,7%. Il fai-da-te sanitario comporta costi decisamente elevati per il portafoglio in un anno: 650 euro per farmaci essenziali e non rimborsati, 7.390 euro per strutture residenziali e semi-residenziali, 901 euro per i parafarmaci ( integratori alimentari, lacrime artificiali), 1070 euro per visite specialistiche e riabilitative, 737 euro per ausili medici monouso ( pannolini, siringhe). Curarsi a quanto pare non fa più bene alla salute. Una scelta sempre più di pochi e per pochi.