In quali città italiane si è vissuto meglio in questo 2020? La domanda può sembrare distopica se consideriamo che da ben 10 mesi il nostro Paese sta fronteggiando una gravissima emergenza sanitaria. E infatti anche il modo con cui le città hanno affrontato la pandemia rientra nei parametri di studio per la compilazione dell’annuale classifica della qualità della vita nelle città d’Italia. Elementi che hanno, inevitabilmente, portato a una nuova geografia.
Pandemia e benessere
Il punto di partenza dell’analisi sulla qualità della vita nelle città italiane, condotta dal Sole 24 Ore e giunta alla sua 31esima edizione, sono state le aree tematiche di sempre, Demografia e salute, Affari e lavoro, Ricchezza e consumi, Ambiente e servizi, Giustizia e sicurezza, Cultura e tempo libero, ma è chiaro che la gestione dell’emergenza Coronavirus ha avuto una parte fondamentale nella valutazione. L’indice dei casi Covid registrati ogni 100 abitanti (unico parametro a valere doppio), la risposta dei servizi sanitari al diffondersi del contagio e l’incidenza di questi dati sull’economia. I ristori statali e gli ammortizzatori sociali erogati per far fronte alle difficoltà economiche di aziende e famiglie. Per non parlare di tutto quell’aspetto sociale, relazionale e affettivo che ha enormemente risentito del distanziamento sociale e dell’isolamento domestico.
Qualità della vita in Italia: la classifica
- Dopo due anni, Milano cede il primo gradino del podio a Bologna. Sul capoluogo meneghino (scivolato al 12° posto) hanno pesato non solo i dati sanitari ma anche l’abbassamento del Pil pro capite e il nuovo indicatore dello spazio abitativo medio a disposizione. Ogni famiglia avrebbe in media a disposizione 51 mq.
- Al secondo e terzo posto resistono Bolzano e Trento. Per Bolzano soprattutto, però, non sono stati ancora valutati gli effetti di questa seconda ondata di pandemia.
- Vanno giù anche le città a vocazione turistica come Venezia, Napoli, Roma e Firenze e le località di mare come Rimini, Salerno, Siracusa, la zona costiera di Sardegna e Puglia.
- La parte bassa della classifica è impegnata dalle città del meridione e Crotone si guadagna l’ultima posizione.
L’Italia digitale
Un altro indicatore che si è rivelato significativo in questo 2020 riguarda la digitalizzazione del nostro Paese. Anche in questo caso la pandemia ha avuto un ruolo centrale; ha dato una forte spinta in questa direzione rendendo necessario affidare alle piattaforme informatiche gran parte delle attività lavorative e scolastiche. E anche in questo settore si è registrata un’Italia a due velocità che vede città come Viterbo che conta il più alto numero di Spid per abitante, Monza prima per il numero di enti pubblici che usufruiscono della piattaforma unica Pago PA, Milano con le sue imprese dedite all’ecommerce, mentre in alcune località della Puglia è altamente ridotto il numero dei Pos installati nei negozi e il Sud della Sardegna risulta essere la zona con la connessione meno veloce. Il debug di Google di qualche giorno fa ha reso evidente quanto le nuove tecnologie siano entrate nella nostra quotidianità e scoperto tutta la nostra arretratezza in questo campo.
In copertina foto di RitaMichelon da Pixabay