Lo spazio curatoriale Simultanea Spazi d’Arte, ideato e diretto da Roberta Fiorini e Daniela Pronestì, presenta la mostra dell’artista Angelo Brancato (1974) a cura di Gaetano Terrana.
Di origini siciliane, da anni ormai Brancato vive ed opera a Firenze. Talento precoce, inizia a disegnare fin da bambino, riuscendo a mantere intatta negli anni la stessa immediatezza espressiva dell’infanzia.
Una spontaneità a tratti selvaggia e certamente priva di un rigore logico; una pulsione interiore che invade lo spazio con un gesto deciso, istintivo, per niente interessato alle tendenze dell’arte attuale.
Brancato è alla continua ricerca di un’espressione assoluta: i suoi paesaggi tracciano un movimento continuo, un vortice di colori che, con la loro intensità quasi allucinata, risucchiano lo sguardo dell’osservatore e spingono l’idea stessa di paesaggio ai limiti dell’astrazione.
I ritratti raccontano invece di una società prigioniera del pensiero individuale, dispersa, disorientata, sempre alla ricerca del proprio equilibrio.
“Nonostante il mondo sia convinto di correre velocemente ed essere all’avanguardia – afferma l’artista – non sa che in questo preciso istante si trova agli antipodi del tempo”.
Parole da cui si evince una visione lucida e implacabile dell’uomo contemporaneo, del suo delirio di onnipotenza destinato a tradursi – sembra dirci Brancato – in amara disillusione.