Sempre più spesso la ricerca riesce a uscire dai laboratori universitari e a trasformare i risultati tecnico-scientifici in realtà imprenditoriali e in ricadute sociali. A volte accade poi che la stessa start-up, una volta andata sul mercato, continui a generare conoscenza in una prospettiva di trasferimento tecnologico circolare. È il caso di un nuovo metodo per la purificazione dell’acido nucleico Rna che ha appena conquistato la copertina di ‘Cell Reports’. Il metodo, che è già un kit disponibile in commercio, nasce da una collaborazione tra la prima start-up che il Dipartimento Cibio dell’Università di Trento ha promosso (Immagina Biotechnology srl), insieme con l’Istituto di biofisica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibf) e la Fondazione Bruno Kessler (Fbk).
La purificazione RNA per la diagnosi delle malattie
Primo firmatario dell’articolo è Massimiliano Clamer, biotecnologo, fondatore e presidente di Immagina Biotechnology srl, che spiega: “Le cellule di ogni organismo vivente, incluso l’uomo, contengono milioni di ‘stampanti’ molecolari (i ribosomi) che producono proteine (i ‘mattoni’ funzionali delle cellule) leggendo le informazioni contenute in un ‘testo’ di istruzioni (l’Rna). Queste stampanti non sono sempre in funzione, possono essere ferme o inceppate. La tecnologia RiboLace di Immagina Biotechnology permette di catturare queste stampanti nel momento esatto in cui sono in funzione. In questo modo è possibile capire come, leggendo testi sbagliati, i ribosomi introducono difetti, provocando patologie più o meno gravi. Attualmente, i prodotti sono usati principalmente per la ricerca, ma siamo già al lavoro per applicazioni diagnostiche”.
“Il metodo che abbiamo sviluppato è multifunzionale, economico, rapido ed efficace. RiboLace potrà in futuro essere utile, ad esempio, nella diagnosi di varie malattie e in generale in tutte quelle situazioni in cui è importante purificare l’acido nucleico Rna solo quando è usato come stampo per la produzione delle proteine”, aggiunge Gabriella Viero, ricercatrice Cnr-Ibf, che ha coordinato il lavoro scientifico: “Questo lavoro è la chiara dimostrazione di come lo spirito d’intraprendenza dei giovani del nostro territorio, formati e supportati da istituzioni di ricerca nazionali e locali come l’Università di Trento, l’Istituto di biofisica del Cnr e la Fondazione Bruno Kessler, possono virtuosamente dare vita a realtà imprenditoriali originali e di prospettiva per il territorio”.