Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF, più di 175 milioni di bambini – circa la metà della popolazione infantile in età prescolare a livello globale – non sono iscritti alla scuola dell’infanzia, perdendo così un’occasione fondamentale di investimento per il proprio futuro e pagando sin dall’inizio della loro vita una grave diseguaglianza.
Nei Paesi a basso reddito, la fotografia è ancora più grave: solo 1 bambino su 5 è iscritto alla scuola dell’infanzia, rispetto a quanto avviene nei paesi ricchi, dove l’80% dei bambini la frequenta regolarmente.
“A World Ready to Learn: Prioritizing Quality Early Childhood Education” (Un mondo pronto ad apprendere: dare priorità a un’istruzione di qualità nella prima infanzia) rappresenta il primo rapporto globale dell’UNICEF sull’istruzione prescolare.
I bambini che hanno frequentato almeno un anno di scuola dell’infanzia hanno maggiori probabilità di sviluppare quelle competenze che sono fondamentali per avere successo a scuola e incorrono in un rischio inferiore di dispersione scolastica o di dover ripetere un anno.
Di conseguenza, essi sono più capaci di contribuire, da adulti, a costruire una società pacifica e un’economia prospera.
In base ai dati raccolti dai ricercatori dell’UNICEF, il 47% dei bambini che hanno frequentato corsi di istruzione prescolare evidenziano vantaggi nell’alfabetizzazione e nella capacità di eseguire calcoli, rispetto al 20% dei pari età che non hanno avuto questo tipo di possibilità.
«L’istruzione pre-scolare è la base di un sistema educativo. ogni grado successivo fonda il proprio successo su di essa» afferma Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’UNICEF «Se i governi di oggi vogliono una forza lavoro competitiva per l’economia di domani, devono partire dall’istruzione della prima infanzia.»
Il rapporto UNICEF sulle barriere economiche alla scuola per l’infanzia
Il mancato accesso all’istruzione prescolare è strettamente correlato con il livello di investimento pubblico nell’istruzione e con il livello di benessere: 29 dei 31 Stati con tassi di scolarizzazione pre-primaria più bassi al mondo si trovano nella fascia di paesi classificati a reddito basso o medio-basso .
Secondo i trend attuali, nel 2030 i tassi di iscrizione alla scuola per l’infanzia saranno pari all’86% nei paesi ricchi e appena del 32% in quelli a più basso reddito.
Per una visione della dimensione statistica del fenomeno visita la sezione multimediale del rapporto.
Il rapporto mostra che il benessere familiare, il livello di istruzione delle madri e la zona di residenza sono tra i fattori chiave per seguire l’istruzione prescolare. La povertà è da sola il più grande fattore determinante.
In base ai dati disponibili in 64 Stati, i bambini più poveri hanno mediamente 7 volte meno probabilità di frequentare programmi di istruzione prescolare rispetto ai coetanei appartenenti a famiglie benestanti.
Ma in alcuni paesi il divario tra ricchi e poveri è ancora più profondo: ad esempio, nella Macedonia del Nord [nuova denominazione della Repubblica ex-jugoslava di Macedonia] i bambini della fascia più ricca hanno ben 50 volte più probabilità di accedere alla scuola per l’infanzia rispetto a quelli delle famiglie più povere.
A loro volta, i bambini residenti in zone urbane hanno mediamente 2,5 volte più probabilità di frequentare la scuola pre-primaria rispetto a quelli che vivono in aree rurali.
Crisi umanitarie e analfabetismo materno, fattori di svantaggio nell’istruzione prescolare
Circa 82 milioni di bambini in età prescolare (1 su 4 a livello globale) vivono in 33 Stati colpiti da conflitti armati o disastri naturali.
Tra loro, neppure 1/3 frequenta una scuola pre-primaria, dato di gran lunga più basso rispetto a quello globale (50%). Eppure sono proprio questi i bambini che trarrebbero i maggiori benefici da questo tipo di istruzione!
L’istruzione prescolare aiuta infatti i bambini più piccoli colpiti da crisi umanitarie a superare i traumi che hanno subito, offrendo loro ambienti protetti in cui apprendere, socializzare e giocare, insieme a strumenti per esprimere le proprie emozioni.
Nei paesi per i quali sono disponibili dati affidabili, emerge che i bambini nati da madri che hanno completato il ciclo di studi secondario o superiore, hanno 5 volte più probabilità di frequentare programmi di istruzione per la prima infanzia rispetto a coloro le cui madri hanno completato solo il ciclo di istruzione primaria oppure non hanno ricevuto alcuna forma di istruzione formale.
Investimenti chiave per l’istruzione prescolare
Secondo i dati del 2017, mediamente nel mondo gli Stati dedicano alla scuola per l’infanzia il 6,6% dei propri bilanci nazionali per l’istruzione. ma questo dato è addirittura inferiore alla soglia del 2% nel 40% dei paesi considerati.
In Africa Centrale e Occidentale, dove il 70% dei bambini non hanno accesso all’istruzione prescolare, le quote dei bilanci per l’istruzione allocate in questo settore sono mediamente del 2,5%.
La percentuale maggiore è invece dedicata dai governi della regione europea (che include Europa e Asia centrale), con l’11% del bilancio complessivo per la scuola.
Questa carenza globale di investimenti nell’istruzione prescolare ha impatti negativi sulla qualità dei servizi,a cominciare dalla scarsità di insegnanti adeguatamente formati nella scuola per l’infanzia.
Nei paesi a reddito basso o medio basso vive oltre il 60% dei bambini del mondo in età prescolare, ma solamente il 32% dei docenti per questo grado scolastico.
Complessivamente, in questi paesi si contano oggi solo 422.000 insegnanti di scuola pre-primaria.
Considerando l’espansione demografica e ipotizzando un rapporto ideale di 1 insegnante per 20 alunni, nel mondo occorreranno 9,3 milioni di nuovi insegnanti per la scuola dell’infanzia se vogliamo raggiungere l’obiettivo dell’istruzione prescolare universale entro il 2030.
Il rapporto studenti-insegnanti i – uno dei principali indicatori di qualità – è significativamente correlato al livello di benessere economico: negli asili dei paesi industrializzati si ha mediamente 1 insegnante ogni 14 alunni.
Il rapporto passa a 17 a 1 nei paesi a reddito medio alto, sale a 20 a 1 in quelli a reddito medio basso e tocca ben 34 a 1 nei paesi a basso reddito.
L’UNICEF chiede ai governi del mondo di rendere universale almeno un anno di scuola per l’infanzia di qualità e di renderla parte del curriculum scolastico di tutti i bambini, soprattutto dei più vulnerabili ed esclusi.
Per tradurre tutto questo in realtà, l’UNICEF chiede ai governi di dedicare al settore dell’istruzione prescolare almeno il 10% dei loro bilanci scolastici nazionali.