L’UE sta adottando misure volte a garantire un livello di protezione elevato per gli informatori in un’ampia gamma di settori.
Gli ambasciatori degli Stati membri presso l’UE hanno confermato oggi l’accordo raggiunto lunedì 11 marzo dai negoziatori della presidenza rumena e del Parlamento sulla direttiva riguardante la protezione degli informatori.
Protezione per gli informatori: le nuove norme
Le nuove norme imporranno la creazione di canali sicuri per effettuare segnalazioni sia all’interno di un’organizzazione – privata o pubblica – che alle autorità pubbliche. Garantiranno inoltre un livello di protezione elevato per gli informatori contro le ritorsioni e obbligheranno le autorità nazionali a informare adeguatamente i cittadini e a impartire ai funzionari pubblici una formazione su come trattare le segnalazioni.
“Gli informatori sono importanti per il buon funzionamento di un sistema democratico basato sullo Stato di diritto. È per questo motivo che dobbiamo garantire loro un livello di protezione elevato in tutta l’Unione. Non si può pretendere che la gente rischi la propria reputazione o il proprio lavoro per denunciare un comportamento illegale.” ha dichiarato Tudorel Toader, ministro rumeno della giustizia.
Protezione per gli informatori: gli elementi principali del compromesso
Ecco i principali elementi della proposta.
- Sistema di segnalazione: gli informatori saranno fortemente incoraggiati a usare prima di tutto i canali interni alla loro organizzazione per poi ricorrere a quelli esterni istituiti dalle autorità pubbliche. Si contribuirà così allo sviluppo di una cultura aziendale sana in società con oltre 50 dipendenti o comuni di più di 10 000 abitanti, in cui vi sarà l’obbligo di creare canali di segnalazione efficaci ed efficienti. In ogni caso, la protezione non sarà allentata qualora gli informatori decidano di rivolgersi direttamente a canali esterni.
- Persone protette dalle nuove norme: la posizione del Consiglio è stata mantenuta. Le persone protette corrispondono a un gran numero di profili che potrebbero acquisire informazioni sulle violazioni in un contesto lavorativo, ad esempio i lavoratori, compresi i dipendenti pubblici a livello nazionale/locale, i volontari ei tirocinanti, i membri senza incarichi esecutivi, gli azionisti, e così via.
- Ambito di applicazione: in linea con la posizione del Consiglio, il compromesso prevede un ambito esteso che comprende settori come gli appalti pubblici, i servizi finanziari, la prevenzione del riciclaggio, la salute pubblica, ecc. Per motivi di certezza del diritto, un elenco di tutti gli strumenti legislativi dell’UE che vi rientrano è allegato alla direttiva. Gli Stati membri possono andare oltre tale elenco nell’attuare le nuove norme.
- Misure di sostegno e di protezione degli informatori: le due istituzioni hanno convenuto un elenco di quelle che possono essere considerate forme di ritorsione, compresi, come richiesto dal Consiglio, anche i tentativi o le minacce di ritorsione. Il testo concordato contiene importanti misure di protezione come l’esonero da ogni responsabilità connessa alla violazione del divieto di divulgare informazioni imposto per contratto o ex lege. La direttiva comprenderà anche un elenco di tutte le misure di sostegno che saranno adottate a favore degli informatori.
- Obbligo di dare un riscontro per autorità e imprese: il termine per dare un riscontro resta quello della posizione del Consiglio, vale a dire l’obbligo di rispondere e dare seguito alle segnalazioni degli informatori entro 3 mesi (con la possibilità di portare il termine a 6 mesi per i canali esterni in casi debitamente giustificati).
- Divulgazioni pubbliche: viene mantenuta la posizione del Consiglio con un articolo che stabilisce le condizioni da soddisfare affinché una persona che divulga pubblicamente informazioni sia protetta dalle nuove norme.
Non appena il Parlamento avrà confermato l’accordo, il testo sarà messo a punto dai giuristi-linguisti, prima dell’adozione formale sia del Parlamento che del Consiglio.
Dopo l’adozione e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, gli Stati membri disporranno di due anni per recepire le nuove norme nei sistemi giuridici nazionali.
Attualmente la protezione degli informatori è garantita in maniera frammentata. Al momento solo 10 paesi dell’UE dispongono di una legislazione completa in materia di protezione degli informatori. A livello dell’UE esiste solo una legislazione molto settoriale (per lo più in materia di servizi finanziari), che include misure per proteggere gli informatori.
Uno studio del 2017 realizzato per conto della Commissione ha stimato, solo per gli appalti pubblici, una perdita di potenziali benefici dovuta alla mancanza di protezione degli informatori compresa tra i 5,8 e i 9,6 miliardi di EUR all’anno per l’UE nel suo insieme.