Benevento: presidente e proprietario è l’avvocato Oreste Vigorito, laureato anche in Lettere e Filosofia. Nato ad Ercolano nel 1946 è uno degli imprenditori più noti in Campania nel campo dell’energia eolica, grazie alla fondazione ad Avellino nel 1993 della IVPC (Italian Vento Power Corporation). La sua holding, Maluni srl, raggruppa tutte le aziende di questo gruppo e ha un fatturato di oltre 80 milioni di euro. Di questo gruppo fanno parte anche il Benevento, ovviamente, aziende alberghiere, di internet, elettroniche ed editoriali (giornali, televisione). Vigorito, che si può definire un pioniere dell’energia eolica in Italia, per cui diventa presidente onorario dell’ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento), seguito dai due fratelli Oreste e Ciro, è entrato nel Benevento Calcio l’anno dopo il fallimento (2005), dello Sporting FC Benevento che lasciò il campo all’attuale Benevento.
Ma c’è anche una macchia nera nella vita di Vigorito: l’arresto nel 2009, su ordine della Procura di Avellino ed eseguito da parte della Guardia di Finanza, insieme al “re del vento” Vito Nicastri di Alcamo, Ferdinando Renzulli di Avellino e Vincenzo Dongarrà di Enna. I quattro vengono accusati di associazione a delinquere finalizzata per una truffa messa in atto in Sicilia e in Sardegna ai danni dello Stato per appropriazione indebitamente di fondi pubblici destinati allo sviluppo delle energie rinnovabili. Si parlava di 153 milioni di euro, il valore di 185 turbine. Furono sequestrati anche sette parchi eolici nei comuni in provincia di Siracusa, Palermo, Sassari, Catania. In particolare la truffa riguardava l’aver prodotto false attestazioni, per trarne un vantaggio economico, sulle proprietà dei terreni dove impiantare le eoliche e sulle proprie disponibilità economiche. Dopo due mesi, il 15 gennaio 2010, Vigorito viene scarcerato e lascia il carcere di Bellizzi Irpino, una brutta vicenda che si risolve nel migliore dei modi e che non impedisce all’imprenditore di riprendere le sue attività economiche e sportive.
Nel 2015 Vigorito lascia la società che passa ad Alfredo Fabbrocini, uomo d’affari con interessi non solo in Italia, appartenente a quella famiglia che nel 1921 fondò la fallita “Banca Angelo Fabbrocini & Figlio” per violazione di leggi bancarie e di appropriazione indebita (per figlio s’intende Antonio, padre di Alfredo). Ma Oreste Vigorito non esce del tutto dal Benevento Calcio essendo il main sponsor con il marchio IVPC. Ad Alfredo Fabbrocini si aggiunge suo cognato Fabrizio Michele Pallotta, marito della sorella Gabriella, con interessi nell’ambito della sanità e nello specifico nel settore delle camere iperbariche: Pallotta assume anche la carica di presidente. Con la promozione in Serie B, la situazione della società beneventana è tumultuosa, si rischia la radiazione. Allora si butta di nuovo nella mischia Vigorito che fa valere l’opzione di salvaguardia e ritorna in possesso del 50% delle azioni, mentre l’altro 50% passa nelle mani dell’ex presidente della Casertana, Giovanni Lombardi, imprenditore campano titolare della Millestampe Srl, che nel febbraio scorso, nel bel mezzo del campionato di Serie B, cede le sue azioni a Vigorito che diventa proprietario al 100% dei sanniti e presidente: un piccolo impero che ha portato per la prima volta il Benevento in Serie A.