La Legge di Bilancio 2018 ha finanziato il Programma di Ricerche in Artico (PRA) 2018/2020, varato il 27 marzo 2019 dal Ministro dell’istruzione, dell’Università e della ricerca e dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Questa iniziativa consente all’Italia di realizzare gli obiettivi fissati dalla Strategia italiana per l’Artico e di attuare gli impegni assunti dall’Italia con la dichiarazione congiunta dei Ministri della ricerca firmata alla prima Arctic Science Ministerial a Washington il 28 settembre 2016. Fra le azioni previste nel PRA 2018/2020 c’è l’apertura di bandi di ricerca, di cui il presente è il primo.
Programma di Ricerche in Artico: cosa prevede il bando
Il bando disciplina le procedure per il finanziamento, da parte del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), di attività di ricerca rivolte ad approfondire le conoscenze in Artico, in linea con gli obiettivi scientifici per il Programma di ricerche in Artico. Ciascuna proposta potrà avere un costo compreso fra € 50.000 e € 250.000, essere presentata da uno o fino a 5 Enti pubblici di ricerca, o Università, e durata non superiore a 36 mesi.
Il PRA individua, in linea con le indicazioni provenienti dalla comunità scientifica internazionale, i seguenti obiettivi scientifici:
A. La comprensione quantitativa dei complessi processi responsabili della ‘Arctic Amplification’, ovvero i motivi per cui l’Artico si sta scaldando a un ritmo molto più veloce del resto del pianeta. Saranno da considerare tutti gli aspetti del sistema climatico artico, privilegiando un approccio integrato che affronti i cambiamenti della criosfera, dell’atmosfera neutra e ionizzata, dell’oceano, della biosfera e delle loro interazioni anche con gli aspetti geologici e geomorfologici e del georischio (frane, tsunami, stabilità);
B. La caratterizzazione dei cambiamenti della composizione, della dinamica, della stabilità e della struttura verticale dell’atmosfera e della colonna d’acqua dei mari artici, inclusi il rilievo batimetrico e i cambiamenti nella circolazione oceanica, dei fiordi e le interazioni fra circolazione costiera e oceanica, i cambiamenti nel ciclo idrologico artico, e considerando anche l’analisi dei possibili effetti dei cambiamenti che avvengono in Artico sulle condizioni meteoclimatiche alle medie latitudini;
C. I cambiamenti degli ecosistemi artici, sia marini sia terrestri, e le relative conseguenze sulla dinamica e distribuzione delle popolazioni animali e vegetali, sulle interazioni suolo-vegetazione-atmosfera, sui cambiamenti della fenologia e sulla biodiversità nel contesto dell’attuale rapida deglaciazione continentale e marina. L’effetto degli inquinanti sull’ecosistema e più in generale sull’ambiente artico, e lo sviluppo di approcci che permettano di ridurne le conseguenze negative;
D. Le ricostruzioni paleoclimatiche ottenute dall’analisi integrata di dati geochimici, geologici e geofisici dell’ambiente marino e delle carote di ghiaccio, che includano la simulazione numerica dei processi paleoclimatici artici e in particolare la dinamica glaciale durante transizioni climatiche;
E. Gli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali sul benessere, sulla salute e sulla sicurezza delle popolazioni che vivono in Artico, nonché sullo sviluppo sostenibile della regione e la preservazione delle culture tradizionali indigene, sia per la mutata disponibilità di risorse, sia per l’aumentata variabilità ambientale, sia per l’effetto degli inquinanti.
Il PRA 2018/2020 consente all’Italia di realizzare gli obiettivi fissati dalla Strategia italiana per l’Artico e di attuare gli impegni assunti dall’Italia con la dichiarazione congiunta dei Ministri della ricerca firmata alla prima Arctic Science Ministerial a Washington il 28 settembre 2016.
Le domande dovranno essere compilate e sottomesse con la procedura informatica che sarà disponibile a questo link e fino alle ore 12.00 del 6/12/2019.