Quando affrontiamo il tema delle barriere architettoniche di una città, la mente ci riporta a scale, portoni stretti, mancanza di ascensori che rendono la vita difficile a chi è seduto su una carrozzina. Una città fruibile, o friendly come si sente dire sempre più spesso, a tutti ha bisogno di considerare anche altre forme di disabilità come quelle cognitive. Da qualche anno a questa parte notiamo la proliferazione di progetti sull’autismo a conferma di una sempre crescente sensibilità riguardo questo tema. C’è da precisare che, grazie ai nuovi studi, non dobbiamo più considerare l’autismo come una disabilità ma piuttosto come una caratteristica del soggetto. Una caratteristica che ha uno spettro molto ampio e che chi non la vive ha bisogno di conoscerla per potervi interagire. E’ in questa cornice che si colloca un progetto davvero innovativo quale “Prato Autism Friendly” messo in campo dal Comune di Prato.
Progetti per l’autismo: la città di Prato
Con “Prato Autism Friendly” il capoluogo toscano è diventata una comunità accogliente per coloro che soffrono della sindrome dello spettro autistico. Con la sua rete a misura di autismo ha coinvolto, infatti, l’intera popolazione. Gli esercizi commerciali, gli uffici pubblici, i monumenti, sono tutti parte di una rete a misura di autismo: il personale è formato sulle modalità di accoglienza più appropriate e alle pareti espone un vademecum sui comportamenti di interazione più adatti. L’assessore alle Pari Opportunità, Istruzione e Memoria del Comune di Prato, Ilaria Santi, ci ha raccontato tutti i dettagli di questo progetto e di come siamo solo all’inizio.
In copertina foto di Sansa55