I progetti per l’autismo sono in continuo aumento. Perché? Una risposta esaustiva va cercata in un quadro complesso che comprende la maggiore conoscenza di questa sindrome, l’aumento esponenziale dei casi registrati e le carenze delle strutture pubbliche sul territorio che non riescono a supportare tempestivamente le famiglie. Cos’è l’autismo? L’autismo è una sindrome che si manifesta nei primissimi anni di vita e colpisce la sfera cognitiva, relazionale e di conseguenza quella affettiva. Oggi non più considerata una patologia ma una caratteristica del cervello. Secondo il Manuale MSD, le persone affette da autismo non riescono a creare relazioni sociali e manifestano difficoltà nella comunicazione. Hanno schemi comportamentali limitati e ripetitivi, non amano i cambiamenti, usano il linguaggio in modo anomalo, in alcuni casi non lo usano affatto. Secondo l’Osservatorio nazionale sull’autismo – Istituto Superiore di Sanità, in Italia soffre di autismo un bambino su 77, in prevalenza maschi. Un’incidenza in forte aumento se si pensa che i dati epidemiologici risalenti al 2013 riportavano 1 caso su 150 bambini. L’aumento dei casi, bisogna precisarlo, è dovuto a più fattori che riguardano una maggiore consapevolezza da parte dei genitori e degli operatori sanitari, test diagnostici nuovi, un aumento degli screening effettuati in età precoce.
Progetti per l’autismo: l’impegno del sociale privato
Le strutture del sistema sanitario pubblico non sono sempre preparate a sostenere le famiglie che si ritrovano di fronte a una diagnosi di autismo per un loro figlio. Diagnosi che nella maggior parte dei casi arriva intorno ai 3-4 anni (ma si possono scorgere segnali di rischio già a 18 mesi). E’ molto importante, infatti, intervenire tempestivamente con gli strumenti suggeriti dal Manuale MSD. In quest’ottica, la prossima primavera, nascerà a Milano, “Le piccole case”, il centro educativo, abilitativo e riabilitativo che accoglierà ogni settimana 50 bambini dai 2 agli 11 anni. Un’équipe multi disciplinare, composta da figure socio-sanitarie tra educatori, logopedisti, terapisti specializzati in neuro psicomotricità, metterà in campo piani personalizzati secondo le specifiche esigenze manifestate dai piccoli, con l’obiettivo di sviluppare le abilità sociali e l’inclusione nel mondo del bambino. L’iniziativa è nata grazie all’Associazione “L’abilità” onlus e noi abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il suo direttore, Carlo Riva.