(Adnkronos) – “Oggi si rischia, e purtroppo accade, di privare le persone di una parte delle cure fondamentali di cui hanno bisogno con una conseguente pericolosa deriva del nostro Servizio sanitario nazionale. Registriamo non solo una scarsa attrattività, ma anche una drammatica carenza di personale sanitario. Tra le professioni sanitarie che rappresentiamo, abbiamo stimato, grazie a un’indagine delle nostre Commissioni di albo nazionali e del nostro centro studi Sapis, una mancanza di oltre 80mila professionisti, il 25% dall’area tecnica, il 20% dall’area prevenzione, 55% dall’area della riabilitazione”.
Lo ha detto Teresa Calandra, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno Tsrm e Pstrp – 19 profili sanitari), intervenendo alla presentazione – oggi a Roma – del convegno ‘Le povertà sanitarie in Italia’, del prossimo 10 maggio a Verona, primo di una serie di incontri promossi dalla Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e dall’Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Cei, la Conferenza episcopale italiana, con le 11 Federazioni e i Consigli nazionali delle professioni sanitarie e sociosanitarie, in avvicinamento al Giubileo della sanità del 2025.
“Alcuni esempi pratici, non esaustivi – sottolinea Calandra – rendono evidente cosa facciamo e cosa possiamo fare per sostenere il Ssn: screening uditivi con i tecnici audiometristi; screening della vista con gli ortottisti; riabilitazione nei disturbi del linguaggio con i logopedisti; mammografie, Tc e Rm con i tecnici di radiologia”. Infine, “una riflessione particolare è doverosa farla sui tanti morti sul lavoro. Bisogna fare meglio e puntare con urgenza e concretamente sulla prevenzione, i nostri tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro devono essere massimamente valorizzati”.
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