(Adnkronos) – Dopo la richiesta, da parte della procura di Palermo, di una condanna a sei anni di carcere sul caso Open Arms per Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, la situazione resta tesa. “Grazie a tutti per il sostegno. Arrendermi? Mai. Io non mollo”, ha scritto in un post il ministro delle Infrastrutture e leader del Carroccio.
Salvini ha convocato d’urgenza il consiglio federale della Lega. L’appuntamento è per oggi pomeriggio, in presenza o in collegamento. Lo fa sapere Via Bellerio. Un unico punto all’ordine del giorno: “Iniziative della Lega per difendere la Democrazia, il voto popolare e la sicurezza dei cittadini messi a rischio da una sinistra anti-italiana che usa i Tribunali per le sue vendette politiche”.
Il leader della Lega ha inoltre pubblicato un instant book, dal titolo ‘Processo a un italiano’, un testo scaricabile dalle pagine del quotidiano Libero e dal sito di Radio Libertà. “Le pagine a seguire, per gentile concessione dell’editore, sono un aggiornamento di due capitoli del libro di Matteo Salvini ‘Controvento’ pubblicato per Piemme da Mondadori Libri SpA nel 2024”, viene spiegato.
“La sinistra e i pm di Palermo vogliono Matteo Salvini in galera. La sua colpa? Aver fermato gli sbarchi, riducendo le tragedie del mare. Il Vicepremier e Ministro racconta l’incredibile vicenda Open Arms: una vicenda senza precedenti in tutto l’Occidente”, si legge nell’introduzione alle 13 pagine messe a disposizione dal leader della Lega.
Per la maggioranza si tratta di un processo politico e le reazioni alla richiesta sono tante. La Giunta esecutiva sezionale di Palermo dell’Associazione nazionale magistrati “esprime solidarietà a tutti i colleghi impegnati nella trattazione del processo a carico dell’On. Salvini ed in particolare della Procura della Repubblica di Palermo che hanno rassegnato, con compostezza e diffuse argomentazioni giuridiche, rispettose dei principi dettati dalla normativa sovranazionale e nazionale in materia di salvataggio in mare, le conclusioni di un processo delicato sotto molteplici punti di vista”.
E’ quanto si legge in una nota dell’Anm di Palermo. “Sono state rivolte nei confronti di rappresentanti dello Stato nella Pubblica Accusa insinuazioni di uso politico della giustizia e reazioni scomposte, anche da parte di esponenti politici e di Governo. Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, indifferenti alle regole che disciplinano il processo, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche e che costituiscono indebite forme di pressione sui magistrati giudicanti”.
“Sarà il Tribunale a vagliare la fondatezza dell’accusa, con indipendenza e terzietà, guidato solo dallo scrupoloso rispetto di tutte le norme vigenti in materia- si legge ancora – La piena uguaglianza di tutti di fronte alla legge è l’autentica essenza della democrazia, a prescindere dalla carica e dal rilievo politico, ed il processo che si sta celebrando a Palermo è esso stesso un momento di fondamentale democrazia. Ai colleghi della Procura della Repubblica e del Tribunale di Palermo si ribadisce, pertanto, tutta la nostra solidarietà, nella consapevolezza che sia in questo che in tanti altri casi meno noti, continueranno a svolgere la loro delicatissima funzione in piena libertà ed indipendenza, sine spe nec metu, nell’interesse esclusivo della Repubblica”.
“L’Anm faccia una profonda riflessione prima di diffondere messaggi che sembrano esprimere sentenze già scritte e pregiudizi nei confronti della politica con l’obiettivo di delegittimarne l’autorevolezza. Chi ha perso di vista la separazione dei poteri dello Stato, incurante delle regole istituzionali, non sono né gli esponenti politici, né del governo ma chi si arroga il diritto e il potere di mettere sul banco degli imputati legittime decisioni di un esecutivo eletto democraticamente. Alzate di scudi di questo tenore non convincono nessuno e la dicono lunga sulla perdita di senso della misura del sindacato dei Magistrati che dovrebbe recuperare il proprio autorevole ruolo super partes, astenendosi dall’entrare nell’agone politico rischiando conflitti istituzionali”, è la replica del deputato della Lega Jacopo Morrone.
Ma il caso Open Arms non solo indigna il centrodestra, scatena anche le proteste dell’opposizione. Nel mirino finiscono infatti la Rai, con la messa in onda del monologo del ministro, e la premier Giorgia Meloni, che sabato ha espresso sui social solidarietà nei confronti del vicepremier e leader della Lega.
“Questo continuo attacco da parte del governo alla magistratura è davvero fuori posto, non è opportuno commentare dei processi che sono in corso e soprattutto trovo molto grave questo uso da parte del governo del servizio pubblico, della Rai. Dopo il caso di Sangiuliano – 18 minuti di intervista – c’è stato ieri (sabato, ndr) un altro caso, i 4 minuti di video di Salvini senza alcun contraddittorio che noi abbiamo denunciato in Vigilanza. Ma trovo gravissimo che la Lega se la prenda anche con il comitato di redazione di Rainews. Evidentemente è un governo a cui la libertà di stampa non piace, sta scomoda, però è un principio costituzionale”.
Così la segretaria dem Elly Schlein, parlando alla festa del Pd di Modena. “La Rai è strumento di propaganda a disposizione del governo. Il servizio del monologo di Salvini sulla vicenda Open Arms mandato in onda integralmente su Rainews senza neanche un contraddittorio in studio o una intervista, ma addirittura prendendo dai social del leader della Lega va contro tutte le regole deontologiche del giornalismo e somiglia ai monologhi che possiamo vedere solo nella Corea del Nord di Kim Jong-un”. Così Angelo Bonelli, deputato e membro della Commissione Vigilanza Rai.
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