Il Senato ha autorizzato il processo a Salvini per la nave Gregoretti. La procura di Siracusa aveva contestato all’ex ministro dell’Interno il reato di sequestro di persona per aver negato alla nave della Guardia Costiera l’approdo dopo che questa aveva caricato dei migranti tratti in salvo in acque maltesi. Il voto del Parlamento sul processo a Salvini ricorda un episodio simile capitato a Silvio Berlusconi.
Il perché del processo a Salvini
Ricostruiamo i fatti alla base del voto del Parlamento sul processo a Salvini. Il 25 luglio 2019, la nave della Guardia Costiera italiana Bruno Gregoretti fa salire a bordo dei migranti tratti in salvo dal peschereccio ‘Accursio Giarratano’ e altri da un pattugliatore della Guardia di Finanza in acque Sar maltesi e si dirige alla volta di Lampedusa. Sull’isola siciliana sbarcano 6 persone che hanno bisogno di cure urgenti mentre le altre restano a bordo per espresso ordine del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il capo del Viminale subordina il suo assenso all’attracco della Gregoretti a una redistribuzione dei migranti in tutta Europa e ordina alla nave di dirigersi al porto di Augusta. La nave resterà ormeggiata al molo Nato fino al 31 luglio quando gli ultimi migranti avranno il permesso di scendere a terra. Due giorni prima, infatti, erano stati fatti scendere 15 minori. Una volta scesi a terra, i migranti vengono trasferiti al centro di accoglienza di Pozzallo per le procedure di rito e trasferiti nei Paesi europei che avevano dato la loro disponibilità ad accoglierli.
Come si è arrivati al voto del Parlamento sul processo a Salvini
La Procura di Siracusa apre un’inchiesta sulla vicenda della nave Gregoretti. Nonostante fosse stato informato delle operazioni di soccorso, il ministero dell’Interno non ha autorizzato l’attracco della nave tenendo bloccate le persone su na nave peraltro non attrezzata. Un’ispezione sanitaria aveva rilevato anche alcuni casi di malattie infettive tra i migranti. Si configurerebbe così il reato di sequestro di persona e l’infrazione delle leggi sul diritto del mare che prevedono l’obbligo di soccorso di chiunque si trovi in difficoltà e che le operazioni di soccorso si considerano concluse solo quando le persone approdano in un porto sicuro. Porto che viene indicato appunto dal ministero dell’Interno. Matteo Salvini, quindi, in qualità di ministro dell’Interno avrebbe fatto un abuso di potere e per questo motivo si è configurato un reato ministeriale. Il fascicolo a suo carico, di conseguenza, è passato al tribunale dei ministri di Catania il quale ha trasmesso la richiesta a procedere al Parlamento.
Cosa succederà dopo il processo a Salvini
Con il voto del Parlamento sul processo a carico di Matteo Salvini, il gip Nunzio Sarpietro dovrà decidere se accogliere la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Catania o rinviare a giudizio il senatore. In caso di giudizio, l’ex ministro dell’Interno sarà sottoposto a un processo ordinario con tre gradi di giudizio. Il rischio per l’imputato è una condanna a 15 anni per sequestro di persona con l’aggravante dell’abuso di potere nei confronti di minori. Se Salvini venisse condannato in primo grado potrebbe scattare la legge Severino che prevede la sospensione dalla carica di senatore per 18 mesi e la decadenza dalla carica politica in caso di condanna definitiva. Quella della nave Gregoretti è solo una delle vicende che vede coinvolto Salvini, sono ancora in sospeso quella della Open Arms e della capitana della Sea Watch Carola Rackete.