Altre novità per il 2020! Nuove regole e novità in arrivo per la procedura di pignoramento immobiliare all’interno del contesto relativo al mutuo per la prima casa. Rimodulazione del mutuo per evitare il pignoramento e tanti altri piccoli cambiamenti che hanno come obiettivo quello di modificare una procedura tanto temuta dagli italiani.
Pignoramento: il significato di una temuta procedura
Il pignoramento immobiliare è uno dei tipi di provvedimento che può adottare un creditore nei confronti del debitore. Il pignoramento è dunque un vincolo giuridico che concerne il valore di scambio dei beni, ma non invece la loro fruizione: il debitore può infatti continuare a disporre materialmente dei beni che sono oggetto di pignoramento, tranne l’effettuazione di comportamenti che possano comportare la sottrazione, la distruzione o il deterioramento degli stessi.
Sinteticamente, il pignoramento può essere:
Immobiliare, se ha per oggetto beni immobili;
Mobiliare, se ha per oggetto cose mobili;
Presso terzi, se ha per oggetto crediti o beni del debitore che sono nella disponibilità di terzi (l’esempio più lampante è il pignoramento del saldo creditore di un conto corrente bancario).
Pignoramento della prima casa, cosa cambia
Con il decreto fiscale cambiano alcune norme che regolano il mutuo per l’acquisto della prima casa. Dal 2020 infatti è previsto lo stop al pignoramento dell’immobile per coloro che hanno richiesto un prestito. Il pignoramento della prima casa può quindi essere evitato chiedendo la rinegoziazione del mutuo. Ma con dei limiti: la procedura può essere avviata solo per i pignoramenti che sono stati attivati tra il 1 gennaio del 2010 e il 30 giugno 2019.
Rinegoziazione del mutuo: i requisiti
Per poter richiedere la procedura di rinegoziazione con cui si evita il pignoramento della prima casa servono alcuni requisiti fondamentali.
La persona deve aver comprato la casa con un mutuo. L’abitazione in questione deve poi coincidere con la residenza del debitore.
Si deve trattare di una prima casa
Il creditore deve essere necessariamente una banca, cui è stato rimborsato come minimo il 10% del prestito che è stato erogato alla persona fisica che deve restituire i soldi.
Chi possiede tutti questi requisiti può presentare la domanda di rinegoziazione del mutuo per la prima casa entro il 31 dicembre 2021, per una cifra che non può superare i 250 mila euro. L’importo che il debitore offrirà con la rinegoziazione non può essere inferiore al debito totale residuo, maggiorato degli interessi. Una volta confermata la procedura, il saldo del mutuo rinegoziato dovrà compiuto in un massimo di 30 anni.