L’ansia è odiata nella maggior parte dei casi, ma come in tutte le situazioni anche qui c’è il rovescio della medaglia. Già poiché, se è vero che giunga sempre nel momento meno opportuno arrecando danni lievi o qualcosina in più, c’è da aggiungere che chi si tormenta di tale patologia pare essere più brillante ed acuto.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Evolutionary Neuroscience i pazienti predisposti all’apprensione hanno un quoziente intellettivo più alto rispetto a coloro che non hanno questo tipo di difficoltà. A rivelarlo una ricerca americana condotta e realizzata dal Baylor College di medicinain ben 5 diverse istituzioni scientifiche su 18 pazienti sani e 26 affetti da questa forte inquietudine interiore.
Tutti gli esaminati sono stati sottoposti a uno scan cerebrale, con la Penn State Worry Questionnaire, il Wechsler Brief intelligence quotient (IQ), e la risonanza magnetica con spettroscopia per misurare la concentrazione del metabolita nella materia bianca sottocorticale. Dopo vari esami ed analisi, si è giunti alla conclusione nonché conferma che una componente chimica del cervello è associato tanto a un’elevata intelligenza quanto agli stati d’animo timorosi, la cosiddetta “colina nella materia bianca cerebrale” pare diminuire in presenza di soggetti apprensivi.
Come spiega il coautore e docente della New York State University: “In sostanza l’ansia induce le persone a non correre rischi, quest’ultimi quindi finiscono in molti casi ad avere un tasso di sopravvivenza più alto a tutto vantaggio della specie”.
Pertanto mentre una persona ingegnosa e per niente ansiosa è in grado di valutare se vi è un rischio o meno, l’individuo angosciato è sempre ancorato all’idea che la sua vita sia a repentaglio e di conseguenza per evitare tutto ciò adotta comportamenti di profilassi, delimitando le occasioni che inconsciamente sente possano rivelarsi imprudenti.
Come riportano alcuni screening più approfonditi, l’ansia generalizzata non sarebbe più un qualcosa da modificare o eliminare, ma al contrario indubbiamente da curare, magari indirizzandola nel modo giusto. In sostanza ce ne dovremmo fare una ragione e pensare che, se si è più capaci, tuttavia qualche rischio lo si deve pur correre. Dal punto di vista evolutivo è una limitazione sotto determinati punti di vista, ma che a modo suo “potrebbe” essere comunque apprezzata dati i “benefici” che porta ai soggetti affetti, tanta diligenza e maggiore aspettativa di vita. Se proprio ci divora e logora, la parola d’ordine è calma e sangue freddo, poiché affannarsi non risolverà certo la questione, dato che regala un bel po’ di raziocinio in più rispetto agli altri, utilizziamolo nel modo corretto e giusto.