Primo ministro giapponese più influente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Shinzō Abe è stato ucciso durante un comizio elettorale nella città di Nara. Domenica prossima, infatti, ci saranno le elezioni della Camera Alta. Il suo killer è stato arrestato e gli inquirenti stanno cercando di capire quali motivazioni lo abbiano spinto al folle gesto.
Primo ministro giapponese: l’attentato
Due colpi sparati da una pistola artigianale hanno ferito a morte Shinzō Abe. Lo hanno colpito al collo e al torace. L’uomo che ha sparato, Tetsuya Yamagami, si era mimetizzato tra le persone presenti sotto il palco dal quale il politico stava tenendo un comizio. Staccatosi dal gruppo e recatosi alle spalle del palco ha sparato i due colpi. Gli agenti del servizio segreto, che lo hanno prontamente bloccato, gli hanno rinvenuto addosso una pistola rudimentale in legno e ferro, probabilmente realizzata seguendo delle indicazioni reperite online. Il politico, ferito alle 11.30 ora locale, è stato trasportato al Nara Medical University Hospital dove è arrivato in condizioni disperate. I tentativi di rianimarlo sono proseguiti fino alle ore 17 circa.
Chi era Shinzō Abe
Originario di una famiglia di politici, Shinzō Abe si laurea in Scienze Politiche presso l’Università Seikei e subito dopo prosegue gli studi presso l’Università of Southern California. La sua carriera politica inizia nel 1993 con la nomina nel primo collegio della prefettura di Yamaguchi. Un grande successo: il numero di voti più alto mai raggiunto in quella prefettura. Nel 1999 diviene Direttore della divisione per gli affari sociali, nel 2005 è nominato capo segretario del quinto governo Koizumi, nel 2006 Shinzō Abe è eletto presidente dell’LDP e subito dopo diventa Primo ministro. Ha 52 ed è il più giovane Primo ministro del secondo dopoguerra. Il suo mandato durerà fino al 2007 ma ne seguiranno altri tre. Il secondo dalla fine del 2012 al 2014, il terzo dal 2014 al 2017 e l’ultimo dal 2017 al 2020.
Nazionalismo giapponese
Shinzō Abe è stato dunque il primo ministro più longevo del Giappone post bellico nonché politico di fama internazionale. La sua fama a livello nazionale inizia nel 2002 quando ricopre il ruolo di capo negoziatore per conto del governo giapponese per trattare la liberazione di ostaggi giapponesi in Corea del Nord. L’indirizzo spiccatamente nazionalista lo ha portato a una politica economica e monetaria aggressiva che ha fatto uscire il Paese dalla deflazione. Ha incentivato l’export giapponese da sempre schiacciato da quello cinese. In politica estera Abe ha superato la logica delle relazioni bilaterali (con Cina, Stati Uniti e Corea ad esempio) per abbracciare un profilo più internazionale allacciando rapporti con Nato e Unione Europea.
In politica interna non possiamo non ricordare i suoi tentativi di manipolare la storia del Giappone all’epoca della Seconda Guerra Mondiale riportata nei libri scolastici; l’ostacolo alla legge che consentirebbe alle donne delle famiglie reali di salire al trono; il tentativo di inculcare il nazionalismo nei giovani, sempre attraverso i libri scolastici.