Mentre si spengono le luci e i colori sul gay pride 2021, in parlamento arriva una doccia fredda per il ddl Zan. Alla vigilia della calendarizzazione al Senato (prevista per ieri 6 luglio) l’iter di questo disegno di legge, già parecchio tortuoso, vista l’opposizione della destra e del Vaticano, potrebbe subire un nuovo stop e questo grazie alle dichiarazioni di Italia Viva.
Cos’è accaduto
Il ddl Zan è nato nella scorsa legislatura grazie al contributo, oltre che di Alessandro Zan (PD) del quale porta il nome, anche da Ivan Scalfarotto (IV), Laura Boldrini, Mario Pierantoni (M5S) e da Giusi Bartolozzi (FI). Il testo è stato limato più volte grazie anche ai diversi passaggi alle Camere, e dalla prima versione di Scalfarotto nella quale le definizioni di omofobia e transfobia erano alquanto generiche, si è passati alla versione attuale (condivisa dai suoi promotori) nella quale l’omofobia e la transfobia hanno due basi concrete: l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Il testo della legge prevede, tra l’altro, anche la possibilità di attività di sensibilizzazione sul tema nelle scuole. Il suo iter, come dicevamo molto tormentato, ha sempre avuto l’appoggio di tutti i partiti di centro sinistra dal PD, M5S e Italia Viva in primis e scontato l’opposizione delle destre. Cosa accade alla vigilia della nuova calendarizzazione (cioè quando sta per essere messa ai voti in Senato)? Matteo Renzi propone di modificare il testo.
La virata di Italia viva
Propone di tornare alla versione di Scalfarotto che non includeva i concetti di orientamento sessuale e di identità di genere. Lo fa, secondo le parole dello stesso Scalfarotto, “per portare a casa una legge importante che il Paese aspetta da tempo” poiché le modifiche “non toccano la sostanza del provvedimento“. La proposta di cambiamento include anche l’abolizione delle iniziative nelle scuole e la cancellazione del punto nel quale si parla della libera espressione delle idee e dei convincimenti. In parole povere, le modifiche proposte da Renzi sono quelle già richieste dalle destre. Non a caso Salvini si è detto favorevole all’approvazione nel caso in cui queste modifiche saranno apportate. “Se dal DDL Zan – ha dichiarato il leader della Lega – togliamo l’ideologia, il coinvolgimento dei bambini e l’attacco alla libertà di pensiero, intervenendo sugli articoli 1, 4 e 7, finalmente si smette di litigare e si approva una norma di protezione e civiltà“. In realtà l’inserimento dei concetti base di orientamento sessuale e di identità di genere (approvato da Italia Viva) era stato fatto per assicurare una base giuridica ai reati penali. Escludendolo si rischia di non avere una legge valida.
Pride 2021: il ddl Zan vedrà mai la luce?
Il ddl zan sarà discusso al Senato il 13 luglio. Se gli emendamenti proposti da Italia Viva saranno approvati, bisognerà ricominciare tutto daccapo rimandando la legge alla Camera e i tempi di approvazione si allungheranno ulteriormente. Renzi ha dichiarato che anche se gli emendamenti del suo partito non saranno approvati, sosterrà comunque la legge ma potrebbe richiedere il voto segreto. Zan, invece, spinge per il voto immediato, che secondo lui, memore del consenso registrato alla Camera anche da certa parte della destra, darà l’approvazione al ddl. Il rischio, ora che il disegno di legge non può più contare sul sostegno dei suoi stessi promotori, è che venga affossato definitivamente.
In copertina Foto di Filmbetrachter da Pixabay