Presidenziali USA 2024. Il sistema elettorale americano per l’elezione del Presidente degli Stati Uniti è complesso e diverso da molti altri sistemi elettorali. Esso si basa su un meccanismo chiamato Collegio Elettorale . Il Collegio Elettorale è composto da 538 elettori totali. Ogni Stato ha un numero di elettori pari alla somma dei suoi senatori e rappresentanti al Congresso.
Poiché ogni Stato ha due senatori e almeno un rappresentante, il numero minimo di elettori per Stato è tre. Gli Stati con una popolazione maggiore, come la California, hanno più rappresentanti alla Camera, e quindi più elettori. Il District of Columbia, pur non essendo uno Stato, ha diritto a tre elettori, anche se non ha rappresentanti con diritto di voto in Congresso. Per vincere l’elezione presidenziale, un candidato deve ottenere almeno 270 voti elettorali, che costituiscono la maggioranza dei 538.
Il meccanismo del “Winner-Takes-All”
Il sistema elettorale degli Stati Uniti si basa quasi interamente sul principio del “Winner-Takes-All” (“chi vince prende tutto”). Questo significa che il candidato che ottiene la maggioranza dei voti popolari in uno Stato conquista tutti i voti elettorali di quello Stato. Ad esempio, se un candidato ottiene il 51% dei voti popolari in Texas, conquisterà tutti i 38 voti elettorali di quel territorio. Questo sistema è applicato in tutti gli Stati, tranne che nel Maine e nel Nebraska, che utilizzano un metodo proporzionale in cui i voti elettorali vengono divisi secondo i risultati dei distretti congressuali.
Quando si parla di Stati chiave (in inglese swing states o battleground states ), ci si riferisce a quegli Stati in cui i risultati delle elezioni sono imprevedibili ei candidati dei due principali partiti (democratico e repubblicano) hanno un sostegno simile. In altre parole, questi Stati non hanno un orientamento politico stabile, a differenza degli Stati sicuri (o safe states ), che tendono sempre a favorire uno dei due partiti.
Il ruolo decisivo degli Stati chiave
In un sistema come quello americano, che si basa sul principio del “Winner-Takes-All”, conquistare uno Stato significa guadagnare tutti i suoi voti elettorali, rendendo quindi fondamentale vincere nei territori con maggior numero di elettori o in quelli decisamente incerti. Gli Stati chiave diventano cruciali perché, essendo in bilico, possono “pendere” verso un candidato o l’altro a seconda delle preferenze dell’elettorato in ogni elezione.
Perché alcuni Stati sono chiave e altri no?
Gli Stati chiave cambiano nel tempo, ma alcuni sono considerati “swing” per via della loro composizione demografica e politica diversificata, che tendono ad essere rappresentativi delle principali questioni nazionali.
Ad esempio: Florida e Pennsylvania sono Stati dove i partiti sono vicini nei risultati finali e hanno un alto numero di elettori con diverse priorità politiche.
Wisconsin , Michigan e Ohio sono Stati in cui la popolazione è divisa fra aree urbane (più liberali) e rurali (più conservatrici). Per cui le preferenze dei cittadini possono oscillare a seconda dei temi e delle campagne dei candidati.
Perché i candidati si concentrano sugli Stati chiave?
Dato che questi Stati possono passare da un partito all’altro, i candidati e i partiti investono molte risorse e tempo in essi, svolgendo frequenti comizi, campagne pubblicitarie e azioni di sensibilizzazione. Vincere in uno Stato chiave significa guadagnare un numero cruciale di voti elettorali e aumentare le probabilità di raggiungere o superare la soglia dei 270 voti elettorali necessari per vincere la presidenza.
Esempi di stati chiave recenti
Negli ultimi anni, oltre ai già citati Florida e Pennsylvania, anche Stati come Arizona , Georgia e Nevada sono diventati fondamentali, con oscillazioni di voto da un’elezione all’altra. Questa variabilità aumenta l’attenzione sui temi importanti per l’elettorato locale, come l’economia, la sanità e la sicurezza.
Il risultato: importanza sproporzionata degli Stati chiave
La conseguenza di questo sistema è che, pur trattandosi di un’elezione nazionale, i risultati vengono spesso decisi in pochi Stati. Così, anche se i candidati parlano a tutto il Paese, i messaggi e le priorità sono spesso influenzati dalle esigenze e dalle preoccupazioni degli elettori degli Stati chiave.
Presidenziali USA 2024: critiche e dibattiti
Il sistema del Collegio Elettorale è spesso oggetto di critiche. Una delle maggiori controversie riguarda il fatto che un candidato può vincere la presidenza anche senza ottenere la maggioranza del voto popolare nazionale, come è accaduto nel 2000 e nel 2016.
Questo accade perché il sistema favorisce una rappresentanza più equa degli Stati meno popolosi, ma può svantaggiare le preferenze nazionali complessive. In risposta, alcuni sostengono che l’elezione presidenziale dovrebbe essere basata direttamente sul voto popolare, mentre altri difendono il Collegio Elettorale come un modo per preservare un equilibrio tra gli Stati.
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