Marika Milan, assegnista di ricerca presso l’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Cnr, è tra i 12 vincitori del premio Roche per la Ricerca 2018, assegnato il 5 marzo scorso.
La cerimonia di premiazione ha coinvolto 12 vincitori giovani ricercatori italiani: all’evento hanno partecipato Mariapia Garavaglia (presidente di Fondazione Roche), Elena Cattaneo (Università di Milano), Nino Cartabellotta (presidente di Fondazione GIMBE), Richard Hughes (vice presidente di Springer Nature) e Maria Concetta Mattei (giornalista RAI e moderatrice dell’evento). Le aree dei progetti comprendevano l’ematologia oncologica, le malattie respiratorie, la reumatologia, le neuroscienze, le coagulopatie ereditarie e la relazione medico-paziente.
Premio Roche 2018: lo studio vincitore
Lo studio presentato Marika Milan, coordinato dal ricercatore Cnr-Ibcn Roberto Rizzi, ha il titolo ‘Caratterizzazione degli effetti dell’HDACi Givinostat nel ripristino della funzionalità della sinapsi neurocardiaca del topo mdx, attraverso la modulazione dell’espressione di NGF nei fibroblasti interstiziali cardiaci’: è stato selezionato dalla Fondazione GIMBE (Gruppo italiano Medicina basata sulle Evidenze) per l’area Neuroscienze del Premio Roche 2018.
L’obiettivo del progetto sarà quello di testare gli effetti di Givinostat, nel trattamento della DMD attraverso un approccio multidisciplinare ponendo l’attenzione al campo neurocardiaco, fino ad oggi inesplorato. Inoltre, l’esperienza decennale del gruppo di ricerca, nell’ambito dei biomateriali e nel differenziamento di cellule staminali umane pluripotenti indotte (iPS), ha permesso di mettere a punto un’innovativa tecnologia in grado di generare organi in vitro come modelli di studio avanzati. Attraverso l’utilizzo di una bio-stampante 3D sarà possibile ricreare una giunzione neuro-cardiaca artificiale, caratterizzata dalla tri-coltura di neuroni del ganglio cervicale superiore, fibroblasti e cardiomiociti isolati da topi mdx.
La realizzazione di questo progetto permetterà di ottenere nuove conoscenze sugli effetti di Givinostat, già in fase III per il trattamento della DMD, sul ripristino della corretta innervazione nel modello animale mdx. Lo svolgimento di questa ricerca avrà, inoltre, un impatto enorme sulla sostenibilità della patologia sia in termini economici che sociali, migliorando le condizioni e l’aspettativa di vita dei pazienti.