In attesa di sapere chi trionferà tra i finalisti del 65esimo Premio Napoli, nel corso della cerimonia di gala in programma mercoledì 18 dicembre alle ore 19.00 nel Teatro Mercadante, il presidente della Fondazione Premio Napoli Domenico Ciruzzi svela i nomi dei vincitori delle sezioni speciali indicati dalla giuria tecnica. Il premio “Internazionale” va a Delphine Minoui, giornalista francese specializzata nel mondo arabo-musulmano, autrice nel 2018 del bestseller “Gli angeli dei libri di Daraya”. Premio “Cultura” a Gabriele Salvatores, regista sensibile al fascino della letteratura, come dimostra la sua filmografia: ha vinto un Oscar nel 1992 per “Mediterraneo” ed è reduce dal successo del road movie “Tutto il mio folle amore”. Premio “Napoletani illustri” a Vincenzo Maria Siniscalchi, avvocato, già più volte deputato e componente del Consiglio superiore della magistratura, nonché esperto di cinema. Infine, premio “Scrittori per l’Europa” a Claudio Magris, tra i più raffinati autori e saggisti d’Italia, che ha appena pubblicato il libro “Polene. Occhi del mare”.
Si avvia, quindi, al gran finale la 65esima edizione del celebre riconoscimento alla letteratura italiana, che conferma ancora una volta il suo spirito colto e al contempo popolare: a più di mille “giudici lettori”, infatti, è stato affidato il compito di decretare i vincitori nelle categorie “Narrativa”, “Poesia” e “Saggistica”, a partire dalle terne finaliste selezionate dalla giuria tecnica presieduta da Domenico Ciruzzi. I riconoscimenti saranno consegnati mercoledì 18 dicembre alle ore 19.00 nel Teatro Mercadante. Condurrà la serata la giornalista Conchita Sannino (ingresso su invito, da convertire in biglietto nella sede della Fondazione Premio Napoli, al primo piano di Palazzo Reale, in piazza del Plebiscito, tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 15.30, fino a esaurimento posti; info www.premionapoli.it).
Gli autori e i libri finalisti del Premio Napoli 2019 sono: per la sezione “Narrativa”, Giulio Cavalli con “Carnaio” (Fandango), Maria Pace Ottieri con “Il Vesuvio universale” (Einaudi) e Andrea Pomella con “L’uomo che trema” (Einaudi); per la “Poesia”, Nanni Cagnone con “Le cose innegabili” (Avagliano), Francesco Nappo con “I passeri di fango” (Quodlibet) e Tiziano Scarpa con “Le nuvole e i soldi” (Einaudi); per la “Saggistica”, Paolo Isotta con “La dotta lira” (Marsilio), Salvatore Silvano Nigro con “La funesta docilità” (Sellerio) e Gian Piero Piretto con “Quando c’era l’URSS” (Raffaello Cortina).