Una cerimonia tra approfondimento culturale, testimonianza civile e spettacolo, come ormai da prassi nelle più recenti edizioni del Premio Napoli. Il prestigioso riconoscimento “alla cultura e alla lingua italiana” verrà consegnato ai vincitori della 62esima edizione del Premio Napoli: Sergio Finzi, Carlo Ginzburg, Igort, Armando Punzo, Flavia Mastrella e Antonio Rezza.
A ospitare la cerimonia di premiazione sarà quest’anno il Teatro Sannazaro (ore 19; ingresso libero fino a esaurimento posti).
“Un’altra edizione del Premio – spiega il presidente della Fondazione Premio Napoli Gabriele Frasca –all’insegna dell’intreccio fra saperi e responsabilità nel nome di una lingua italiana ancora in grado di tessere tutte le storie (scritte, rappresentate o interpretate) di cui il mondo continua ad avere bisogno”.
Gli appuntamenti dei vincitori con la città
A fare da prologo alla serata gli impegni dei vincitori tra scuole e carceri della città in programma. Sergio Finzi incontrerà gli studenti dell’Istituto “E. Pimentel Fonseca” con i quali si confronterà sul testo “Le Giunture del sogno” (Luca Sossella Editore, 2016); Carlo Ginzburgincontrerà le classi del Liceo Classico Sannazaro per discutere sul suo “Paura, reverenza, terrore” (Adlephi, 2015); Igor Tuveri, in arte Igort, illustrerà i sui “Quaderni Giapponesi” (Coconino editore) agli studenti del Liceo Artistico S. Apostoli di Napoli; in continuità con un impegno decennale (è da alcuni anni impegnato nel progetto di creare un teatro stabile all’interno del carcere di Volterra), Armando Punzo incontrerà, infine, i detenuti del carcere di Secondigliano per confrontarsi sulla scrittura teatrale.
Come da consuetudine la Fondazione Premio Napoli offre alla città uno spettacolo che vede coinvolto uno degli artisti insigniti (l’ingresso è gratuito). A esibirsi sarà quest’anno il duo Rezza e Mastrella. Definito dalla critica come il più grande performer vivente, dissacratore e maestro di cinismo, Antonio Rezza metterà in scena “Tratto_X” uno dei suoi ultimi lavori realizzati insieme a Flavia Mastrella, scultrice con cui da decenni scrive e“disegna” lo spazio scenico.
Insieme a un premio in denaro, ai vincitori sarà consegnata “Partenope”, una “statuetta” opera del maestro Quintino Scolavino. Le immagini dell’invito sono di Ivan Piano. Cura la comunicazione visiva della serata di premiazione la fotografa Monica Biancardi.
Cultura nelle carceri, appello per una legge regionale
La consegna dei premi arriva a compimento di un anno che la Fondazione ha vissuto interamente nell’impegno di portare la cultura nei luoghi di detenzione, luoghi che rappresentano il reale della malavita organizzata e non l’immaginario delle fiction. Nelle carceri di Poggioreale e Secondigliano, attraverso l’iniziativa “Napoli Dentro&Fuori” avviata con il portale “Napoli Click” e grazie alla rete di numerose associazioni (Arci Movie, A Voce Alta e tanti volontari) si è dato vita a corsi di lettura, incontri con autori di prestigio, cineforum, corsi di scrittura poetica, proiezioni in anteprima di film, lezioni di filosofia sotto forma di allestimenti scenici, corsi di giornalismo, eventi performativi
Nel corso della serata verrà rinnovato l’appello della Fondazione Premio Napoli per una legge regionale che regoli come in altri luoghi d’Italia queste attività esplicitamente previste se non sollecitate dalla nostra Costituzione.
Anteprima di “Montesanto Foodwalk”
Nel corso della serata verrà presentato un teaser di “Montesanto Foodwalk”. Nell’ambito del progetto “Il (buon)gusto dell’innovazione” la Fondazione Premio Napoli ha promosso lo sviluppo di un percorso di realtà aumentata basato su sensori di geolocalizazione che, attraverso smartphone, permetteranno di accedere a una narrazione multimediale di Montesanto attraverso le storie e i volti di chi ha scritto e sta continuando a scrivere la storia di un quartiere simbolo di Napoli (anche) attraverso il cibo. Uno degli aspetti caratterizzanti del progetto “Montesanto foodwalk” sta nella progettazione, allo stesso tempo, di una piattaforma di narrazione aumentata a misura di quartiere e di un’App in un processo in cui la prima è contenuta nella seconda. “Montesanto foodwalk” è una sorta di racconto collettivo di cui si colgono diversi frammenti che, composti, generano attorno alla città in un immaginario condiviso