I progetti dei partecipanti alla VI edizione del Premio Internazionale di Scultura Gabbioneta, rivolto ad artisti under 40, dialogheranno per nove giorni con le opere di Francesco Messina, uno dei più grandi scultori del Novecento.
Il Premio, nato nel 2016, ha la particolarità di vincolare gli artisti all’inserimento nell’opera di un pezzo meccanico (in originale) prodotto dalla Gabbioneta. Tale condizione si è dimostrata negli anni elemento di forte stimolo per i partecipanti. Lo dimostrano le 200 proposte plastiche arrivate negli anni non solo dall’Italia, ma da Cina, Corea, Francia, Giappone, Grecia, Portogallo, Russia, Spagna, Svizzera, Turchia, Ungheria e Ucraina.
In mostra si potranno conoscere le opere dei vincitori di tutte le edizioni del Premio, attraverso le riproduzioni dei disegni e dei bozzetti preparatori e le fotografie delle opere realizzate, esposte nella sala al piano terreno del Museo. Sei sculture dove l’oggetto meccanico prodotto dall’azienda è stato introdotto dagli artisti all’interno delle loro opere.
- Focus: la cultura dello scarto, dell’artista spagnola Marta Fresneda Gutiérrez (2021) èun’installazione scultorea in legno che presenta quattro busti di anziani: i vecchi dimenticati, i vecchi vittime del Covid-19. Le quattro calotte in alluminio che coprono parte del viso rappresentano la protezione che oggi dobbiamo portare per essere al sicuro.
- Beholder inpietra di Fossena (2016) diDaniele Nitti Sotres è una sorta di stele dove il pezzo meccanico, una Girante in acciaio inox, sospeso ad altezza d’uomo si trasforma in una sorta di cannocchiale monoculare, tramite il quale osservare.
- Fusione in argille refrattarie e grafite, plexiglass e specchio (2017) di Estelle Casali ed Emanuela Perpignano rappresenta il corpo perforato del sottosuolo, sotto forma di lava o petrolio, dopo essere passato attraverso il pezzo meccanico Coke cruscher.
- Supported in Mdf nero (2018) di Giuseppe Buffoli sfrutta le caratteristiche del pezzo meccanico Albero, un elemento che normalmente ruota e che permette di far ruotare le altre parti. Posto al centro dell’opera esso diventa il fulcro su cui si regge l’intera struttura. La semplicità della sua forma nasconde la complessità dell’equilibrio.
- Per realizzare Conversazioni Ismaele Nones (2019) ha accostato il legno (materiale a lui caro) al pezzo meccanico in ghisa Corpo Pompa,utilizzato per contenere la girante di pompe da estrazione. L’assemblaggio delle parti viene assicurato dalla tensione e dalla compressione ottenuta dai morsetti, simbolo della volontà di unire i due mondi, arte e impresa, per creare qualcosa di nuovo, più complesso ed equilibrato.
- Infine, Pneuma di Davide Tagliabue (2020) si interroga sul dualismo ‘Uomo-Natura’ e su come raggiungere un equilibrio che appare compromesso. Per realizzare l’opera è stato utilizzato un albero caduto durante la tempesta Vaia del 2018 e una Ventola utilizzata nelle pompe estrattive realizzate dalla,per dissipare il calore.
Scendendo al piano sottostante il pubblico potrà vedere i progetti di tutti gli artisti partecipanti all’ultima edizione. Di Lucia Amitrani, menzione speciale per l’originalità della soluzione site-specific proposta La terza porta. Dei finalisti: Gabriele Belloni, Davide Iotti e Wenke Li. Di tutti gli altri partecipanti: Pierre Auxias, Alessandro Boezio, Riccardo Buonafede, Theo Canu, Theo Carminati, Fabio Collari, Marco D’Amelio, Caterina De Donato, Erika De Nicolo, Ivan Dentoni, Rosalba Di Pierro, Caterina Dondi, Clarissa Falco, Gianluca Ferrari, Mattia Fontanella, Valentina Giuntoli, Federico Iori, Ege Kolcu, Giuseppe Letizia, Yue Liang, Giuseppe Luongo, Luigi Mancuso, Michela Merla, Gabriele Montani, Irene Russo, Antonio Salzano, Michele Santini, Fabiana Sapia, Roberto Scalingi, Giuseppe Stornello, Claudia Zanaga, Riccardo Zanazzi, Federica Zianni.
Accompagna la mostra una monografia edita da Nomos editore, dedicata all’opera della vincitrice del Premio, Marta Fresneda, con un testo di Angela Madesani, una sezione di approfondimento dell’opera di Lucia Amitrani e infine le immagini dei progetti finalisti.
Le sei sculture vincitrici del Premio si possono vedere presso la sede della Trillium Pumps Italy – Gabbioneta Pumps su appuntamento (Tel. 0362.17331) dove sono allestite le mostre fotografie di Silvia Gazzola, Alberto Messina, Bernadette Pedote, Luca Rotondo con immagini della vecchia sede dell’azienda a Sesto San Giovanni e di quella nuova a Nova Milanese.
Il Premio continuerà anche nei prossimi anni come ha recentemente annunciato Paolo Macchi, Amministratore Delegato della Trillium Pumps Italy – Gabbioneta Pumps, in occasione dell’inaugurazione dell’opera di Fresneda. “Il nostro desiderio è quello di poter dar vita a una collezione che possa in futuro essere esposta in musei e gallerie internazionali”.
“L’edizione del prossimo anno sarà speciale – ha dichiarato sempre Macchi. Entro fine anno, con l’uscita del nuovo bando, sveleremo l’importante novità.”
La Giuria è composta dalla curatrice Angela Madesani, da Maria Fratelli, Nada Pivetta, Roberto Rocchi, Giovanna Sereni e Giorgio Tomasi.
Il Concorso, promosso da Trillium Pumps Italy – Gabbioneta Pumps, è in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera e l’Accademia di Belle Arti di Carrara e si avvale dei prestigiosi patrocini della Regione Lombardia e del Comune di Milano.