Countdown agli sgoccioli, quando, ancora una volta, versi di pace, lingue e corpi teatrali si intrecceranno in un evento che intende promuovere il ricordo dell’autore stabiese prematuramente scomparso, legandolo, attraverso l’accurata selezione dei vincitori, alle declinazioni più moderne e interessanti del teatro contemporaneo e che intende altresì favorire la conoscenza dell’opera di Ruccello oltre i confini nazionali.
Autore coltissimo, nutrito dalla passione per la filosofia, la letteratura, il cinema e il canto, Moscato ha partorito in decenni di attività una lingua teatrale unica, una trama di dialetti, lingue ed echi culturali diversi, che scardina ogni apparato naturalistico del teatro e ne fa piuttosto un cosmo in cui sono sospese figure limbali, tra deliri visionari e crude tenerezze. Il suo teatro, che affonda le radici in una Napoli per la quale negli anni ’80, fu coniata la formula di “metropoli tatuata”, si muove nella continua negazione di una napoletanità stereotipata o avviticchiata a una sterile tradizione, a favore di un universo partenopeo raccontato liricamente nella sua verità, viscerale e disincantata, talora brutale eppure sottesa a una bellezza e a un sentimento struggenti.
Numerosissime le sue pièces teatrali, spesso costruite su ritorni e richiami interni, che hanno dato vita ad allestimenti di straordinaria bellezza tra cui Scannasurice, interpretato di recente da Imma Villa diretta da Carlo Cerciello (ma si ricorderà anche la prima mise en scene di cui proprio Ruccello curò la regia nel 1984) che si configura come una discesa negli inferi della Napoli post-terremoto, raccontandone metaforicamente la lacerazione degli animi e degli ideali della fase precedente; fino all’altissimo Raccogliere & bruciare, tratto dall’Antologia di Spoon River, presentato lo scorso giugno nell’ambito del Napoli Teatro Festival, definito dalla critica «il più importante spettacolo su Napoli degli ultimi anni».
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