(Adnkronos) – “Condivido la finalità della riforma, rafforzare la figura del premier, i poteri del premier, ho fatto quel lavoro, so che la disciplina di quella figura è inadeguata a quel ruolo. Serve una figura più forte, non il ‘primus inter pares’ di Zanardelli, ma penso che l’elezione diretta del premier è una alterazione degli equilibri, incide negativamente sul Capo dello Stato, sul ruolo complessivo, sulla sua figura di garanzia unitaria”. Così Giuliano Amato, intervenendo da remoto per le audizioni sul premierato in corso in Senato, presso la Commissione Affari Costituzionali.
Nei fatti il Presidente della Repubblica perderebbe con l’elezione diretta del premier anche “quel potere di influenza che il Presidente della Repubblica è venuto ad esercitare, nel tempo”, ha sottolineato ancora Amato. “E’ la figura complessiva” del Capo dello Stato “che si trova a poggiare su una legittimazione inferiore a quella del primo ministro”, avverte.
Quindi Amato, rispondendo alle domande dei parlamentari, chiarisce che quando parla di potere di influenza del Capo dello Stato “non penso all’influenza politica, solo Gronchi – ricorda – ha inteso quel potere come influenza politica, la sua influenza, quella del Capo dello Stato, si esercita in nome dei valori e dei principi costituzionali. E’ quel potere che presuppone autorevolezza e non efficacia e non è politico” ma piuttosto “poggiato sulla legittimazione del Capo dello Stato”.
Insomma, sintetizza: “Rischiamo di giocarci la figura che gli italiani amano di più”. “In sintesi penso sia giusto rafforzare il premier, ma ci deve essere unanimità, i modi per farlo sono diversi, meglio il sistema tedesco, che non l’elezione diretta del premier”, afferma l’ex presidente del Consiglio. “Elezione diretta” del premier “e fiducia iniziale non stanno tanto bene assieme”, dice poi su un articolo del ddl Casellati.
“Ci sono due sistemi che rischiano di sovrapporsi, trovo saggia la decisione del Costituente di non ipotecare il sistema elettorale, il premio di maggioranza, ad esempio, non lo vedo in Costituzione, diventerebbe un vincolo per il futuro”, conclude l’ex premier.
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