Un’edizione degli Oscar che in pochi dimenticheranno quella del 2017. Nella notte tra il 26 e il 27 febbraio nel Dolby Theatre di Los Angeles sono state consegnate le ambite statuette del cinema. Tra conferme e sorprese, la serata non ha mai annoiato soprattutto grazie alla conduzione di Jimmy Kimmel.
Il conduttore americano con situazioni ben studiate rende i momenti tra un premio all’altro molto leggeri aggiungendo alla serata, insieme all’attore e produttore Matt Damon, una storia di “amore/odio” divertente e mai banale.
L’Italia a Los Angeles
Nessun riconoscimento per “Fuocoammare”. La pellicola di Gianfranco Rosi “si accontenta” di essere rientrata tra le cinque nomination finali nella categoria “Best Documentary Feature”. Il regista comunque rimane soddisfatto del risultato ottenuto (il film è già stato vincitore dell’orso d’oro a Berlino), consapevole di aver innalzato a livello mondiale la situazione degli immigrati in quel di Lampedusa. Il premio per il miglior documentario va, quindi, alla pellicola di Ezra Edelman e Caroline Waterlow “O.J.: Made in America”, film che ripercorre la vita di O.J Simpson: dai successi sportivi al carcere.
L’Italia, però, non è tornata a casa a mani vuote. Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini (insieme a Christopher Nelson) vincono il premio per il miglior trucco e acconciatura per il film “Suicide Squad” basato sui supercattivi della DC Comics.
Premi tra conferme e sorprese
La serata degli Oscar ha regalato momenti davvero emozionanti come la vittoria del corto “The White Helmets” di Orlando von Einsiedel e Joanna Natasegara. La pellicola ricorda le gesta degli “elmetti bianchi” impegnati da anni in Siria per salvare la vita delle persone bloccate in un paese ormai in guerra perenne.
Sorprendente la vittoria nella categoria “miglior cortometraggio” per Sing di Kristóf Deák e Anna Udvardy. La Pixar e la Disney, invece, primeggiano ancora una volta nel mondo del cinema d’animazione. Lo studio californiano vince con Piper il premio come miglior corto d’animazione mentre il film Zootropolis vince nella sezione “miglior film d’animazione”.
Nel comparto sonoro a vincere sono stati Kevin O’Connell, Andy Wright, Robert Mackenzie e Peter Grace grazie al loro eccezionale lavoro nel film “La battaglia di Hacksaw Ridge” diretto da Mel Gibson. Per Kevin O’Connell si tratta del primo premio Oscar dopo ben ventuno nomination in più di trent’anni di carriera nel settore. Il miglior montaggio sonoro va a Sylvain Bellemare con la pellicola “Arrival”.
Sempre in materia sonoro, il film “La La Land” la fa da padrone vincendo sia nella categoria “miglior colonna sonora” grazie al lavoro superbo di Justin Hurwitz sia come Miglior Canzone con City of Stars (Justin Hurwitz, Benj Pasek, Justin Paul).
Colleen Atwood vince il suo quarto premio Oscar (2003, 2006, 2011 e 2017) nella categoria miglior costumi grazie al suo lavoro nel film “Animali fantastici e dove trovarli”. Robert Legato arriva al suo terzo riconoscimento dall’Accademy con la scenografia del film “Il libro della giungla”, il premio va in condivisione con Adam Valdez, Andrew R. Jones e Dan Lemmon.
Il premio per il miglior film straniero va all’iraniano Asghar Farhadi con il suo “Il cliente”. Il regista non era presente alla cerimonia di premiazione in segno di protesta verso il presidente americano Donald Trump e il suo discusso decreto anti-immigrazione.
“La La Land” continua la sua serata con i premi per la miglior fotografia e la miglior scenografia grazie ai lavori di: Linus Sandgren (fotografia), Sandy Reynolds-Wasco e David Wasco (scenografia). Niente da fare, invece, per il miglior montaggio andato invece a John Gilbert nel film “La battaglia di Hacksaw Ridge”.
Si arriva ai momenti delle sceneggiature originali e non. A sorpresa è Kenneth Lonergan con “Manchester by the sea” a vincere a dispetto di un favoritissimo Damien Chazelle con “La La Land” mentre il premio per la miglior scenografia non originale va a Barry Jenkins e Tarell Alvin McCraney con il film “Moonlight”.
Passiamo ai premi per il miglior attore e la migliore attrice non protagonista. Come da pronostico è Mahershala Ali a vincere grazie alla sua interpretazione nel film Moonlight. Nella “categoria femminile”, il premio va a Viola Davis nel suo ruolo in “Barriere”.
Tocca ai quattro premi più importanti (meglio conosciuti come Big Four): miglior attore, migliore attrice, miglior regia e miglior film. A vincere nella categoria maschile è stata l’interpretazione di Casey Affleck in “Manchester by the sea” tra la commozione del vincitore stesso e quella del fratello Ben. Come miglior attrice nessuna sorpresa, Emma Stone vince la statuetta col film “La La Land” (il musical è arrivato alla serata degli Oscar con ben 14 nomination, un record come “Titanic” ed “Eva contro Eva”). Damien Chazelle corona il sogno di una vita a soli trentadue anni appena compiuti grazie al premio come miglior regista per il film “La La Land”.
Il premio finale come miglior film verrà ricordato come uno dei momenti più iconici nella storia dell’Accademy Award. Waren Beatty e Faye Dunaway (protagonisti dell’immortale pellicola Bonnie&Clyde) annunciano come vincitore “La La Land” (vincitore comunque alle fine di sei statuette). Tutti i rappresentanti del film salgono sul palco ed iniziano i ringraziamenti di rito ma qualcosa dietro le persone che stanno parlando sta succedendo. Emma Stone è perplessa e la sensazione che qualcosa d’incredibile sta per succedere sembra stia diventando realtà. Infatti viene annunciato un clamoroso errore: non è il film di Damien Chazelle ad aver vinto ma bensì Moonlight di Barry Jenkins che non ci crede ma dopo che il contenuto della busta viene mostrato non c’è più alcuno dubbio. Il regista ancora incredulo sale con tutto il cast sul palco e ringrazia tutti concludendo la serata degli Oscar nella maniera più spettacolare possibile.
Che questo finale sia stato studiato oppure no sarà il tempo a dircelo ma una conclusione così verrà difficilmente dimenticata da tutti.