Installare sulle panchine dei braccioli divisori può sembrare una scelta utile per chi vuole sedersi all’ombra dei pochi alberi rimasti in piedi nel centro della Piazza Carlo III. Eppure non sono disposti a coppia lungo le estremità, ma giusto al centro della panchina verde. Lo scopo è specifico ed è applicato con l’intento di non permettere ai senza fissa dimora di sdraiarsi. Precedentemente, a dicembre, furono poste delle gabbie in ferro sulla soglia dell’ingresso laterale della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e furono rimossi solo in seguito alle polemiche dei cittadini. Oggi la controversia si alimenta nuovamente.
Che Napoli sia l’immagine di una città dove la vita è difficile, dove i contrasti sono all’ordine del giorno e il prolungarsi sui soliti luoghi comuni alimenta l’immaginario di una metropoli sempre più difficile da raccontare. Come oggi city produce al suo interno una serie di scarti, di elementi che vengono progressivamente allontanati dalla società. Non parliamo solo della periferia, emblema di una serie di scelte volte alla speculazione e al progressivo alienamento dei sui abitanti privati di quel tessuto sociale minimo ed indispensabile. Come ogni metropoli Napoli accoglie nel suo centro persone che sono costrette a vivere in strada. Da Porta Nolana fino alle stazioni metropolitane di Cavur e Museo, di fronte alla Chiesa di Santa Maria della Sapienza e alle altre chiese abbandonate e sconsacrate da tempo. Luoghi che diventano “casa” e dove i loro inquilini vengono chiamati “invisibili” – un modo educato per legittimare una situazione, frutto della stessa ipocrisia che permette di chiamare “nomadi” persone residenti da più di trentanni in campi costruiti nei pressi della rette autostradale.
Eppure, sotto quelle lenzuola di cartone vive una popolazione discriminata per una condizione che nella maggior parte dei casi non è una scelta e non è sempre legata a problematiche patologiche. La povertà, “assoluta” per essere tecnici, è la principale causa del vivere emarginati. Parliamo di oltre sei milioni di italiani e i dati Istat dicono che “l’incidenza di povertà assoluta è aumentata dal 6,8% al 7,9% (per effetto dell’aumento nel Mezzogiorno, dal 9,8 al 12,6%), coinvolgendo circa 303 mila famiglie e 1 milione 206 mila persone in più rispetto all’anno precedente” (2012 ndr). Ovviamente non possono essere presi in considerazione i dati non censibili ed il numero è destinato a cresce. Sul piano pratico questo dato dovrebbe farci riflettere su due cose: sulla natura della nostra economia e quanto sia il caso di continuare ad operare misure di sbarramento nei confronti dei senza fissa dimora. Al fianco del Comune della città partenopea, che comunque resta attivo durante la notte con il Centro di Prima Accoglienza – in Via de Blasiis, 10 – e attraverso una serie di iniziative diurne che si avvalgono anche di diverse unità mobili. Parallelamente si mobilitano anche le associazioni che si fanno promotori di una serie di iniziative volte al sostegno dei senza fissa dimora come la Comunità di Sant’Egidio, Amici di strada Villanova ed il gruppo Volontari nella Notte.