A volte ritornano e questo è il caso di Postalmarket, quello che potremmo definire l’Amazon degli anni sessanta che è stato editato fino al 2007 ma con fortune sempre calanti fino a giungere allo stop della stampa del catalogo che tanto aveva affascinato e riscosso successo nel pubblico soprattutto femminile dei tre o quattro decenni precedenti.
Postalmarket nasce nel 1959 da un’idea dell’imprenditrice milanese Anna Bonomi Bolchini, che importa in Italia il modello statunitense della vendita per catalogo
Sono gli anni della coda del boom economico in un’Italia ancora molto borghese e bigotta Postalmarket ebbe la fortuna di apparire come una ventata di novità e di freschezza che andava ad integrare i vecchi scaffali polverosi dei negozi di allora.
La caratteristica attrattiva di quello che era in realtà un banalissimo catalogo consisteva nel diffondere i nuovi beni di consumo (l’abbigliamento faceva la parte del leone) in tutti i paesi d’Italia in vendita diretta, capillare e diffusa sul territorio dando un respiro all’attività di vendita estremamente più vasto visto che eravamo ancora lontani sia dalla nascita della grande distribuzione sia del mercato globalizzato.
Postalmarket: il nuovo catalogo
Altra peculiarità era che si rivolgeva smaccatamente ad un pubblico prettamente femminile, cosa perfettamente in linea con i tempi che attribuivano alla donna-massaia-casalinga il predominio sugli acquisti e sullo shopping e finanche lo slogan di cui si riempivano i ‘Carosello’ dell’epoca era quanto di più sfrenatamente consumistico potesse esserci.
Con Postal Market sai / uso la testa / e ogni pacco che mi arriva è una festa.
con tanto di musichetta leggera ed accattivante legata all’immagine dell’attrice o di una starlette di turno.
Ora il rilancio ma gli anni sono passati e lo sviluppo del commercio online rischia di far apparire vecchio in partenza un progetto di ripristino del catalogo per eccellenza, una sorta d’iniziativa volta alla restaurazione di un ancien régime ormai sorpassato dagli anni.
Invece, come si evince dal sito si presenta uno strumento che ha imparato la lezione dei moderni marketplace e si annuncia
Un prodotto editoriale non solo di consigli sullo shopping ma anche di contributi giornalistici sui più rilevanti trend d’acquisto del momento, scritti da autorevoli firme del settore.
che vuole essere “Un tributo allo Slow Commerce: qualità e tempo contro quantità e velocità” ed anche “Un vero e proprio oggetto da collezione”. Per finire con la vocazione nazionalistica secondo la quale il nuiovo Postalmarket proporrà:
Una selezione di prodotti di qualità forniti da aziende del nostro territorio e promuoverà le piccole e medie imprese italiane
Cosa dire di più? Ah, si ovviamente si parte con una testimonial al passo coi tempi che campeggerà sul primo numero in distribuzione in autunno, chi se non la Diletta Leotta ?