Mi sono SEMPRE perché mai?!, Perché uccidersi??!
Perché non godersi la vendetta?! L’ha cercata e meditata e, dunque perché, avendo assestato il castigo cancellando dal mondo la vita di altre persone – che forse ha amato – ritiene di eliminare anche la propria di vita? Non parrebbe coerente manco per un delinquente.
Significa che la sua vita, dopo l’atto violento verso innocenti, non possiede più le pulsioni valoriali di prima per essere vissuta e, quindi, va distrutta!
Siamo, quindi, dinanzi ad una tragedia umana che coinvolge tutti, …anche l’intera collettività!
E’ la ragione per cui non è da ritenersi efficace la sola stenosi legislativa.
Occorre piuttosto, un potente intervento formativo di pedagogia sociale e una nuova visione dei sistemi complessivi di relazione individuo-contesto ambientale perché non generi una inusitata grave sofferenza.
Dunque tante domande,…ma prima, ad esempio nei due secoli scorsi, accadeva? Quali erano i dati?
Come mai, dalla abrogazione della legge 587 ( cod. penale) che non puniva l’uomo per il cosiddetto “delitto d’onore”, le uccisioni di genere femminile, invece che ridursi si sono solo leggermente ridotti e quelli maschili invece decresciuti?
Dipende dalla cultura oriento-mediterranea, particolarmente maschilista che ritiene la donna un soggetto-oggetto di suo possesso, retroterra tribale di un lontano sentimento di potere da esercitare sul debole? Ma no!
L’Italia è terz’ultima nella lunga lista di paesi ritenuti civilmente e umanamente avanzati: Danimarca, Finlandia, Svezia, Paesi Bassi, Gran Bretagna et cetera, tutti con una percentuale di reati omicidiari contro la donna, doppia dell’Italia, (52% – Italia 27%)
La parte alta della classifica è occupata dai Paesi del Nord Europa e i Paesi dell’Est. Allora?
Dove va a finire la mediterraneità, la focosità, la gelosia sud-sicula o altro???
Anche in Italia una forte differenza tra Nord e Sud. Tra i primi posti la Lombardia e quasi tutte le sue regioni.
Esiste, invece, la sopraffazione, la prevaricazione generante ostilità verso gli altri, ribellione repressa verso la comunità e avverso alle istituzione e la persona amata e, dunque, assai più debole.
Sopraffazione dunque ma da cosa viene generata contro il debole?
Nasce dalle persone ma non da una deformata genetica (o rari casi).
Sorge dalla stessa collettività organizzata in sistema sociale. S’insinua in ogni intercapedine della società e suoi gangli produttivi e culturali: Fabbriche, Luoghi di lavoro, Burocrazia, Alta Finanza, nelle strategie di Mercato, nella Comunicazione, Istruzione, Evasione, nello Sfruttamento di operai o emarginati, su chi non è protetto da diritti che generano sequenziali comportamenti. La psichiatria dice che le cause sono bio-psico-sociali.
E’ il sistema neoliberista, stress, il mantenimento di uno status, il sogno di un amore eterno, i desideri inespressi e repressi, un non raggiunto agio economico, gli oggetti di consumo, il confronto e la depressione per la disillusione, il crollo di orgoglio, dignità, identità e via cosi. Sofferenze che appartengono ad un complesso “unicum” paranoico collettivo.
I dati dicono che ogni 3 giorni, (circa) muore una donna per mano di un uomo. Non dicono, però, che muoiono 3 operai ogni giorno, per l’assenza di sicurezza sui luoghi di lavoro per mano del proprio imprenditore! La notizia di queste morti non viene reiteratamente ripresa dal report giornalistici, da talk show o trasmissioni pseudo-serie per la spettacolarizzazione che allontana le soluzioni e dove tutti battono le mani a comando mentre la notizia è già scomparsa il giorno dopo? Forse perché non fa audience? Forse perché non conviene perché i costi cadrebbero sugli imprenditori? (vedi ILVA)
Nel racconto mistificatorio anche i dati su il “MASCHICIDIO”? Nessuno ne parla! Perché non mostrarli? Attenzione, dovremmo in futuro interessarcene come fenomeno?