Parlare oggi di Palestina, Gaza, Cisgiordania può sembrare inutile se non superfluo tranne che non ci siriferisca e si facciano conoscere gli orrori che quella terra sta conoscendo e sta pagando sulla pelle di una cittadinanza inerme ed esposta al massacro continuo nell’annosa contrapposizione con il governo e coloni israeliani.
Notizie sempre più angoscianti, riportate nei rari tg che le trasmettono, parlano di ospedali bombardati e di accessi negati ad ambulanze e soccorritori internazionali.
Alla luce di tutto ciò, in una proiezione che non vuole essere ottimistica ma solo umana, è stata firmata presso il Ministero degli Affari Esteri, la convenzione per il progetto Posit, diretto al rafforzamento del sistema sanitario palestinese, in particolare le cure primarie in Cisgiordania e Gaza, finanziato dalla Cooperazione italiana per 5,4 milioni di euro.
La Campania, che partecipa al progetto insieme a Toscana, Umbria e Sicilia, era presente con il consigliere del presidente Caldoro alla Sanità Raffaele Calabrò.
“Il settore affidato alla Campania, la salute mentale, richiede una formazione ad hoc del personale sanitario palestinese per una vera presa in carico delle donne e dei bambini, traumatizzati dalla guerra. E’ un contributo umanitario ad un Paese – sottolinea Calabrò – che da solo non potrebbe certo riorganizzare i servizi sanitari nella Striscia di Gaza garantendo la salute dei suoi cittadini che mai come in questo momento hanno bisogno di cure.”
«La Campania metterà a disposizione dei palestinesi risorse professionali con esperienza specifica in determinati settori di eccellenza per la promozione della salute, la prevenzione e il trattamento delle malattie che non richiedono strutture sanitarie ospedaliere. Un aiuto decisivo per dare speranza ad una popolazione che si ritrova a vivere una guerra che non conosce fine”, conclude Calabrò.